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L’Agcom dice: Facebook e Google sono i boss in Italia

L’Agcom ha diffuso i dati dell’Osservatorio sulle comunicazioni che riportiamo in sintesi

Gli accessi complessivi della rete fissa crescono per il terzo trimestre consecutivo grazie all’andamento delle linee a banda larga che, nella prima metà dell’anno, hanno sfiorato i 16,2 milioni, con un aumento su base
annua pari a 880mila unità.

Per quanto riguarda l’utilizzo di Internet, Google e Facebook consolidano la loro leadership facendo registrare entrambi, rispetto a giugno 2016, un incremento di oltre 2 milioni di utenti: mediamente la navigazione su Facebook e Whatsapp è di poco inferiore alle 27 ore, mentre su Google ha di poco superato le 7 ore mensili.

Analizzando l’audience dei Social Network, Facebook risulta nettamente il più utilizzato dagli italiani con circa 25 milioni di utenti unici nel mese di giugno 2017: di particolare rilevo la crescita di Instagram e Linkedin, ciascuno con poco più 4 milioni di utenti in più
rispetto a giungo 2016.

Nel settore delle linee mobili, si registra su base annua un aumento complessivo di 1,4 milioni di sim, dovuto all’andamento di quelle M2M cresciute di 3,6 milioni di unità a fronte di una riduzione di 2,2 milioni delle
sim tradizionali (solo voce e voce + dati). Con il 32,1%, Wind Tre è leader di mercato (35,8% escludendo le sim M2M), seguita da Tim (30,3%) e Vodafone (30,2%).

Avviso cookie sui siti web, cosa sono, cosa ne dice il garante e perché il banner di avviso serve sempre

Sulla pagina Chiarimenti in merito all’attuazione della normativa in materia di cookie, inserita all’interno del sito del Garante per la protezione dei dati personali, che vi consiglio di leggere attentamente se operate sul web a livello professionale, si trova la spiegazione definitiva in merito all’utilizzo del banner utilizzato per rendere il consenso alla ricezione di cookie da parte dell’utente (informo i non esperti informo che parlo di quell’avviso che compare nella parte alta dei siti visitati per la prima volta e che scompare non appena scrollate la pagina)

Per capirci meglio fornisco una breve definizione del termine cookie (biscottino in inglese):

I cookie HTTP sono un tipo particolare di segnaposto virtuale, una sorta di gettone identificativo, usato dai server web per poter riconoscere i browser durante le comunicazioni con il protocollo HTTP usato per la navigazione web.

Tale riconoscimento permette di memorizzare dati utili alla sessione di navigazione, ad esempio il contenuto del carrello di un negozio elettronico; coma anche di tracciare la navigazione dell’utente, ad esempio per fini statistici o pubblicitari.

I cookie, e in particolare i cookie di terza parte, sono frequentemente usati per memorizzare le ricerche di navigazione degli utenti; questi dati sensibili, possono essere una potenziale minaccia alla privacy degli utenti.

Ritornando aul sito del garante riporto la sezione riassuntiva “in particolare evidenza”  della pagina contenente le raccomansazioni sull’uso del banner di avviso:

• I siti che non utilizzano cookie non sono soggetti ad alcun obbligo

“il titolare del sito può dare l’informativa agli utenti con le modalità che ritiene più idonee, ad esempio, anche tramite l’inserimento delle relative indicazioni nella privacy policy indicata nel sito”

• Per l’utilizzo di cookie tecnici è richiesta la sola informativa (ad esempio nella privacy policy del sito). Non è necessario realizzare specifici banner.

• I cookie analitici sono assimilati a quelli tecnici solo quando realizzati e utilizzati direttamente dal sito prima parte per migliorarne la fruibilità.

• Se i cookie analitici sono messi a disposizione da terze parti i titolari non sono soggetti ad obblighi (notificazione al Garante in primis) qualora:

A) siano adottati strumenti che riducono il potere identificativo dei cookie (ad esempio tramite il mascheramento di porzioni significative dell’IP);

B) la terza parte si impegna a non incrociare le informazioni contenute nei cookies con altre di cui già dispone.

• Se sul sito ci sono link a siti terze parti (es. banner pubblicitari; collegamenti a social network) che non richiedono l’installazione di cookie di profilazione non c’è bisogno di informativa e consenso.

• Nell’informativa estesa il consenso all’uso di cookie di profilazione potrà essere richiesto per categorie (es. viaggi, sport).

Se il sito fa uso di Cookie di Profilazione (ivi inclusi il Tag di Remarketing Dinamico di Google o il Pixel di Remarketing di Facebook per la Custon Audience), il gestore del sito deve predisporre il Banner, con l’informativa breve dove ne dichiara l’uso e provvede al blocco preventivo di tali Cookie che non potranno
essere installati sul PC del visitatore sino a quando quest’ultimo non ne accetta l’uso e quindi la loro installazione sul proprio dispositivo.

• È possibile effettuare una sola notificazione per tutti i diversi siti web che vengono gestiti nell’ambito dello stesso dominio.

• Gli obblighi si applicano a tutti i siti che installano cookie sui terminali degli utenti, a prescindere dalla presenza di una sede in Italia.

Si rappresenta che soluzioni per l’acquisizione del consenso basate su “scroll”, ovvero sulla prosecuzione della navigazione all’interno della medesima pagina web, da molti prospettate e in effetti particolarmente rilevanti nel caso di dispositivi mobili, sono considerate in linea con i requisiti di legge, qualora queste siano chiaramente indicate nell’informativa e siano in grado di generare un evento, registrabile e documentabile presso il server del gestore del sito (prima parte), che possa essere qualificato come azione positiva dell’utente.

 

I social media stanno creando una società che confonde “verità e popolarità”, lo dice un ex dirigente di FB

“Gli strumenti che abbiamo creato oggi stanno iniziando a erodere il tessuto sociale”, afferma l’ex dirigente di Facebook Chamath Palihapitiya.

Prendo questo articolo lo traduco e ladatto il testo per l’italiano dal sito: TheGuardian

L’ex dirigente di Facebook Chamath Palihapitiya ha detto a CNBC che i social media stanno creando una società che confonde “popolarità” con “verità”.

“Gli strumenti che abbiamo creato oggi stanno iniziando a erodere il tessuto sociale e quindi la società in cui viviamo”, ha detto in un’intervista a “Squawk Box“, in risposta a domande su altri commenti simili che ha ormai reso virali. In un recente evento della Stanford Graduate School of Business, Palihapitiya ha affermato che i social media stanno facendo a pezzi la società.

Sulla CNBC, ha spiegato cosa intendeva. “Oggi viviamo in un mondo in cui è facile confondere verità e popolarità e puoi usare il denaro per amplificare qualsiasi cosa tu creda e convincere le persone a credere che ciò che è popolare è vero e che ciò che non è popolare potrebbe non essere vero. ”

“La realtà è che posso investire capitali ed usarli attraverso tutti i sistemi di social media che esistono per influenzare centinaia di milioni di persone”, ha detto Palihapitiya, fondatore e CEO venture capital power Social Capital, che ha $ 2,6 miliardi di asset iper i  vaccini, possiamo farlo sui diritti degli omosessuali, possiamo farlo su Roy Moore”, ha detto.

Sostenitori e detrattori di Moore – il candidato al Senato Repubblicano dall’Alabama, accusato di cattiva condotta sessuale con adolescenti – hanno usato i social media per discutere i loro punti prima delle elezioni speciali di martedì.

L’influenza dei social media sulla politica è anche al centro delle indagini sull’uso di Facebook e Twitter da parte della Russia per influenzare le elezioni presidenziali del 2016.

Palihapitiya ha affermato che i social media sfruttano “le nostre tendenze, naturali negli esseri umani, tese ad ottenere e desiderare risposte e contatti”. Ha detto che la domanda che la gente si deve porre è: “Come possiamo vivere in un mondo in cui ciò è possibile?”

“Questo desiderio di approvazione e contatti anche se virtuali, chimicamente parlando, genera il rilascio di dopamina nel cervello”, ha detto Palihapitiya. I “contatti  online ripetuti” fanno reagire le persone, ha aggiunto. “Penso che puoi arrivare a sentirti  isolato e quindi  hai bisogno più e più e più volte di contatti e approvazioni, allora diventi realmente distaccato dal mondo in cui vivi.”

Pur essendo un leader tecnologico, Palihapitiya ha detto che tiene lontani i suoi figli dai social media negando loro ” tempo sullo schermo”. Ha detto che non possono usare nessun dispositivo.

Ma Facebook ha contestato i commenti di Palihapitiya, dicendo che non lavora per la compagnia da sei anni e sostenendo che la compagnia ha subito cambiamenti da allora:

“Chamath non è stato a Facebook da più di 6 anni.

Quando Chamath era su Facebook, ci siamo concentrati sulla costruzione di nuove esperienze sui social media e sulla crescita di Facebook in tutto il mondo. Facebook era un’azienda molto diversa allora, e man mano che siamo cresciuti, ci siamo resi conto di come sono cresciute anche le nostre responsabilità, prendiamo molto seriamente il nostro ruolo e ci stiamo adoperando per migliorare.

Abbiamo svolto molto lavoro e ricerca con esperti e accademici esterni per comprendere gli effetti del nostro servizio sul benessere, e lo stiamo utilizzando per informare lo sviluppo del nostro prodotto.

Stiamo anche facendo investimenti significativi in ​​persone, tecnologie e processi e, come ha detto Mark Zuckerberg nell’ultimo rapporto sugli utili, siamo disposti a ridurre la nostra redditività per assicurarci che i giusti investimenti vengano fatti.”

Nel corso del suo mandato di quattro anni su Facebook, iniziato nel 2007, Palihapitiya ha ricoperto diversi ruoli dirigenziali, tra cui quello di vice presidente della crescita degli utenti.

Nel frattempo, Andrew McCollum, un membro del team di fondatori di Facebook, ha risposto alle osservazioni di Palihapitiya sullo stato dei social media.

In un’intervista a CNBC poco dopo la dichiarazione di Facebook, McCollum ha detto che i fondatori del social network vogliono fornire “valore alla vita delle persone”.

“Come Chamath, anche io non sono stato a tempo pieno a Facebook”, ha detto McCollum, ora CEO della società di comunicazione Philo, a “Squawk Alley”. “Posso dire dal periodo passato lì in quei primissimi giorni, che ho visto un gruppo di persone che era davvero profondamente e completamente focalizzato su come potevano costruire un prodotto e un servizio per dare davvero un valore alla vita delle persone “.

“Penso che siamo fortunati che il gruppo di persone che gestisce Facebook, molte delle quali lavorano ancora lì oggi, abbia  quell’attenzione”, ha aggiunto.

Papa francesco: servono etica e spiritualità a chi naviga online

Riporto un brano del “Discorso del santo Padre francesco all’università Roma tre” tenuto Venerdì, 17 febbraio 2017.
Certamente non è una notizia recente ma la riporto volentieri per l’autorevolezza della fonte e perché solo adesso ho avuto occasione di conoscere il testo.

Questo è quanto il Santo Padre consiglia a chi ha occasione di utilizzare i social network per diletto o per lavoro:
“In ogni ambiente, specialmente in quello universitario, è importante leggere e affrontare questo cambiamento di epoca con riflessione e discernimento, cioè senza pregiudizi ideologici, senza paure o fughe.

Ogni cambiamento, anche quello attuale, è un passaggio che porta con sé difficoltà, fatiche e sofferenze, ma porta anche nuovi orizzonti di bene.

I grandi cambiamenti chiedono di ripensare i nostri modelli economici, culturali e sociali, per recuperare il valore centrale della persona umana.

Riccardo, nella terza domanda, ha fatto riferimento alle “informazioni che in un mondo globalizzato sono veicolate specialmente dai social network”.

In questo ambito così complesso, mi pare sia necessario operare un sano discernimento, sulla base di criteri etici e spirituali.

Occorre, cioè, interrogarsi su ciò che è buono, facendo riferimento ai valori propri di una visione dell’uomo e del mondo, una visione della persona in tutte le sue dimensioni, soprattutto in quella trascendente.”

Per quanto posso capire ci consiglia di usare l’etica ed una sana preparazione per affrontare il flusso di notizie, quasi sempre incontrollato, che quotidianamente ci raggiunge via web.

Cito ancora: «occorre interrogarsi su ciò che [via web e social] è buono, facendo riferimento ai valori propri di una visione dell’uomo e del mondo, una visione della persona in tutte le sue dimensioni, soprattutto quella trascendente»

Non è certamente la prima volta che il papa affronta questo tema, potete trovare altri collegamenti e citazioni da questo articolo di Avvenire

 

Sean Parker: Facebook può rovinare la mente dei nostri figli

L’ex boss di Napster e membro fondatore di Face Book si pente e ritratta una vita di affermazioni a favore dei social network. Aggiunge anche, come riporta su Axios Mike Allen, che l’ha intervistato a Filadelfia:«I social sfruttano le debolezze psicologiche delle persone»,e aggiunge sempre nel corso dell’intervista raccolta: «Solo dio sa cosa fanno queste piattaforme al cervello dei nostri bambini»

«Quando un network cresce fino a un miliardo o due miliardi di persone, cambia letteralmente la tua relazione con la società, con gli altri. Probabilmente interferisce in modo misterioso con la produttività in strani modi. Solo dio sa cosa stia facendo ai cervelli dei nostri bambini».

No, non parla un troglodita digitale nemico del fenomeno digtale queste sono parole di Sean Parker.

L’uomo che ha messo insieme l’idea di Mark Zuckerberg e i soldi di Peter Thiel. Uno che, come ricorda in Move fast and break things Jonathan Taplin (che lo accusa di aver distrutto tramite Napster: il primo sito ad offrire musica gratis in streaming, l’industria musicale nella quale lo stesso Taplin lavorava) pensa che sia «la tecnologia e non l’economia o il governo la vera forza trainante dietro i grandi cambiamenti sociali».

I social sfruttano le vulnerabilità psicologiche afferma in una intervista rilasciata dallo stessoa a Filadelfia.

Il «nuovo» Parker, che gestisce il Parker Institute for Cancer Immunotherapy, si considera «una specie di obiettore di coscienza» in fatto di social media.

Lui c’era agli inizi, e quindi può affermare con sicurezza che a Facebook, prima di tutti, sono partiti da una domanda: «Come faccio a consumare la maggior parte possibile del vostro tempo e della vostra attenzione cosciente?

E hanno perciò «sfruttato una vulnerabilità nella psicologia umana»: il bisogno di riconoscimento sociale («proprio la cosa che si sarebbe inventato un hacker come me»), e che lui stesso, Mark Zuckerberg e Kevin Systrom di Instagram «ne eravamo del tutto coscienti, ma l’abbiamo fatto comunque».

Come? «Dandovi ogni tanto un po’ di dopamina, quando qualcuno mette “mi piace” o commenta una foto, un post o qualcos’altro». Quanto sia sincera l’autocritica di Parker (che è ancora nel board di Spotify) è da vedere.

Ma sembra conscio di segnare un cambio di rotta, tanto che, tra il serio e il faceto, dice a Allen: «Credo che Mark Zuckerberg adesso bloccherà il mio account».

Una persona su tre ha paura del bullismo su Instagram: Ecco come proteggersi

preso da : Ditchthelabel

Non importa chi sei – tutti sono ugualmente vulnerabili al bullismo online, ma non possiamo gestire e nasconderci dalla tecnologia, soprattutto se vogliamo stare al passo con i nostri amici.

Nessuno merita di essere bullizzato. Se hai sperimentato negatività in linea, la cosa più importante da ricordare è che il problema è la persona che sta facendo il bullismo, non chi ne è vittima. Per ulteriori informazioni sul perché le persone bully, leggi questo.

Nessuno chiede di subire bullismo online ma tutti sono altrettanto vulnerabili. Tuttavia, diciamolo, ci sono alcune misure preventive da utilizzare per navigare in sicurezza online e minimizzando i rischi …

Secondo le statistiche sull’analisi annuale del bollettino 2017 – Instagram è la rete più comunemente utilizzata per il bullismo in linea …

Essere consapevoli dei pericoli potenziali che determinate applicazioni posssono dre e conoscere come gestirwe le applicazioni stesse riduce già il rischio della metà. È facile prendersela con qualcuno che non sa cosa sta facendo.

 

Le principali cose da pensare sono:

  • Ricorda che puoi rimuovere qualsiasi commento che rimane nei tuoi post.
  • Tieni sempre il tuo profilo privato in modo che solo i tuoi follower riconosciuti possano vederli.
  • Assicurati di sapere come bloccare qualcuno se necessario.
  • Usa i sistemi di segnalazione – se qualcosa è inappropriato, segnalalo.

 

Troverai informazioni su come eseguire queste cose su Instagram qui oppure accedi alla guida DTL Ultimate per Cyberbullying per suggerimenti su come bloccare e segnalare abusi su altre reti sociali.

Se succede

Se si ottiene un commento cattivo su una foto o un messaggio minaccioso – non rispondere! La cosa peggiore che puoi fare è dare alla persona che fa il cyberbullying un’aggancio in più.

Rispondere all’autore dell’abuso fa proprio questo! Eliminare questo commento, ignorare quel messaggio, rimuoverlo, ma prima di farlo, ricorda di fare uno screenshot. È bene tenere un registro degli eventi che si svolgono, specialmente se si tratta di un problema continuo e persistente.

La maggior parte delle persone intervistate ha ammesso di fare qualcosa di scorretto ad un’altra persona in linea.

… fermatevi! Quando stai per pubblicare qualcosa sul muro di qualcuno o commentare la fotografia di una persona, fermarsi per un secondo e chiedere: “vorrei ricevere questo sulla mia pagina?” Se la risposta è no, non postare – E ‘davvero così semplice!

Non esageriamo, amiamo tutti una battuta tra amici – ma assicuratevi di conoscere la differenza tra umorismo e bullismo. Le probabilità sono alte  che, se sfotti qualcuno online, riceverai lo stesso trattamento indietro con gli interessi – fermati prima che accada!

Internet facile: cosa sono i social network

Un servizio di rete sociale, comunemente chiamato anche social network, dall’inglese social network service, è un servizio Internet, tipicamente fruibile mediante browser o applicazioni mobili, per la gestione dei rapporti tra le persone: generalmente consente la comunicazione e condivisione sia di testi che immagini oppure filmati.

I servizi di questo tipo, nati alla fine degli anni novanta e divenuti enormemente popolari nel decennio successivo, permettono agli utenti di identificarsi creando un breve profilo di se stessi, organizzare una lista di contatti e ricavarne ulteriori, pubblicare un proprio flusso di aggiornamenti e di accedere a quello altrui.

I servizi sono distinguibili in base alla tipologia di relazioni cui sono orientati, per esempio quelle amicali, lavorative o pubbliche, o anche a seconda del formato delle comunicazioni che prevedono, come testi brevi, immagini o musica.

Il loro utilizzo è spesso offerto gratuitamente, dato che i fornitori sono remunerati dagli inserzionisti pubblicitari online.

Per entrare a far parte di una rete sociale online occorre costruire il proprio profilo personale, partendo da informazioni come il proprio indirizzo email fino ad arrivare agli interessi e alle passioni (utili per le aree “amicizia” ), alle esperienze di lavoro passate e relative referenze (informazioni necessarie per il profilo “lavoro”).

A questo punto è possibile invitare i propri amici a far parte della propria rete, i quali a loro volta possono fare lo stesso, cosicché ci si trova ad allargare la cerchia di contatti con gli amici degli amici e così via.

Diventa quindi possibile costituire delle comunità tematiche in base alle proprie passioni o aree di affari, aggregando ad esse altri utenti e stringendo contatti di amicizia o di affari.

I servizi di social network consentono ai detentori di siti di trarre guadagno principalmente rivendendo a terzi le informazioni degli utenti, che alimentano gratuitamente la base di conoscenza, in secondo luogo dalla pubblicità mirata che le aziende indirizzano agli utenti del social in base ai siti visitati, link aperti, permanenza media, alle informazioni da loro stessi inserite.

una importante opzione tipica dei principali social network, che anticipiamo in questa prima lezione sull’argomento, è il pulsante “like” –  mi piace – consente al visitatore della pagina di esprimere un giudizio positivo sull’intera pagina oppure su un singolo contenuto, è comunque molto importante perché è uno dei principali metri di valutazione pagina o post che sia.

Con lo sviluppo dei servizi di rete sociale e la sempre maggiore condivisione di contenuti da parte degli utenti, è venuto alla luce il problema del rispetto del diritto d’autore.

La libera condivisione (free sharing) di file musicali, video o, più in generale, culturali, lede – in via astratta – le norme sul diritto d’autore per le opere d’ingegno.

Una recente sentenza della Corte di Giustizia dell’Unione europea, però, ha stabilito che il gestore di un social network non può essere costretto a controllare e filtrare i contenuti postati dai propri utenti sulla piattaforma, per evitare che essi diffondano materiale protetto dal diritto d’autore.

Nel prossimo articolo: quali sono i principali social network, scopriamo qualcosa di più su FaceBook.

Leggi anche: Internet Facile – 8 Regole di sopravvivenza per usare i social media da professionisti

social network e messaggistica spiegati in modo semplice e veloce

Questo blog nasce anche per spiegare in modo chiaro e diretto la cosiddetta realtà virtuale, termine bruttissimo, che indica per lo più quello che fanno o dove vanno i ragazzini ed i dipendenti fannulloni quando cazzeggiano al computer. Voi direte: ma non è meglio il bar? Opure: ma non c’era il solitario su Windows 1 ? Sì certamente fino a qualche anno fa impazzavano Kolndyke, Asses e non dimentichiamo Spider e FreeCell, solitari o giochini che trovavi già pronti nel tuo computer.

Però è qui che si vede il rapporto viscerale tra il nativo digitale e la potenza del web 2.0, infatti attratti da questa immensa disponibilità di utenti nullafacenti, i signori della rete hanno creato una grande varietà di risorse utili per cazzeggiare on line.
Solo per citare i principali: social network, app di svago e non molto tempo, fa sono esplosi i programmi di messaggistica, come Watsup e Messenger.

In questo “tutorial” mi propongo di spiegare per chi non lo sa, oppure non lo sapeva e adesso sarebbe curioso, cosa sono appunto questi social network, app e whatsapp, che diventano ogni giorno più invadenti, al punto di uscire dalla realtà virtuale.

Dato che in rete trovo chi produce definizioni e spiegazioni meglio di me copio e incollo 3 definizioni prese da Wikipedia

Social media, in italiano media sociali

è un termine generico che indica tecnologie e pratiche in linea che le persone adottano per condividere contenuti testuali, immagini, video e audio.

I media sociali rappresentano fondamentalmente un cambiamento nel modo in cui la gente apprende, legge e condivide informazioni e contenuti. In essi si verifica una fusione tra sociologia e tecnologia che trasforma il monologo (da uno a molti) in dialogo (da molti a molti) e ha luogo una democratizzazione dell’informazione che trasforma le persone da fruitori di contenuti ad editori. Sono diventati molto popolari perché permettono alle persone di utilizzare il web per stabilire relazioni di tipo personale o lavorativo.
Ecco l’elenco dei principali social ed i loro contenuti
FaceBook, chiacchiere e fatti propri e altrui
Instagram, immagini che se la tirano e ora anche filmati
Twitter,chiacchiere brevi
Pinterest, immagini possibilmente carine
Google+ tipo facebook ma peggio

In informatica, un’applicazione mobile

(nota anche con l’abbreviazione app) è un’applicazione software dedicata ai dispositivi di tipo mobile, quali smartphone o tablet.

Consiste in uno strumento informatico che si installa e si utilizza interamente sul proprio dispositivo mobile, vale a dire un insieme di istruzioni informatiche progettate con lo scopo di rendere possibile un servizio o una serie di servizi o strumenti ritenuti utili o desiderabili dall’utente, creata appositamente per uno specifico sistema operativo.

Su Google Play ne trovate alcune migliaia 

La messaggistica istantanea

(in lingua inglese instant messaging) è una categoria di sistemi di comunicazione in tempo reale in rete, tipicamente Internet o una rete locale, che permette ai suoi utilizzatori lo scambio di brevi messaggi.

Le differenze principali rispetto alla posta elettronica o altri tipi di chat sono non solo nella brevità dei messaggi o nella velocità della loro consegna, ma anche nel fatto che, il modello di comunicazione sia sincrona. Nei primi sistemi di messaggistica istantanea e in alcuni di quelli recenti, infatti, l’invio di un messaggio è possibile solo quando anche il destinatario è collegato al sistema (online) e solitamente le comunicazioni non sono automaticamente memorizzate dalle applicazioni.

I principali programmi di instant messaging
Whatsapp, messaggini tra conoscenti, arricchiti da foto, filmati, messaggi vocali,faccine, ecc
Messenger, uguale,ma non lo usa nessuno

Tutto qui, il resto delle chiacchiere che si fanno su stampa e media vari sono spesso fumo, ma attenzione il fumo toglie spesso la visibilità e si rischia di andare a sbattere.

Come al solito commenti e aggiunte sono graditi