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Mark Zuckerberg copre la webcam del suo pc, perchè tu no?

Mark Zuckerberg è uno degli uomini più potenti del mondo perché miliardi di persone danno a Facebook, da lui fondato, il libero accesso ai propri dati personali.

In cambio, gli utenti ricevono istantanee accurate della loro vita: foto per bambini, tour mondani dell’ufficio e occasionali panorami.

Martedì scorso, agli osservatori è stato ricordato che il signor Zuckerberg, 32 anni, non è solo un ragazzo normale a cui piace correre e cene tranquille con gli amici. In una foto pubblicata sul suo account Facebook, ha celebrato la crescente base di utenti di Instagram, che è di proprietà di Facebook.

Un utente di Twitter dagli occhi d’aquila di nome Chris Olson ha notato che sullo sfondo dell’immagine, la sua fotocamera per laptop e il suo microfono sembravano ricoperti di nastro adesivo. Altre pubblicazioni, tra cui Gizmodo, hanno usato il tweet per sollevare la domanda: era paranoia, o solo una buone pratica?

La telecamera chiusa come il jack del microfono sono di solito un segnale che qualcuno è preoccupato, forse solo vagamente, che gli hacker possano accedere ai vostri computer usando i trojan ad accesso remoto – un processo chiamato “ratting”.

L’eventualità di un accesso da remoto alla web cam del vostro laptop non è impossibile: secondo una memoria dell’Agenzia per la sicurezza nazionale rivelata da Edward J. Snowden, sono stati ideati almeno due programmi dal governo US per prendere il controllo di videocamere e microfoni.

Gli esperti di sicurezza hanno supportato la registrazione, per alcuni buoni motivi:

• Il primo è che il signor Zuckerberg è un obiettivo di alto valore. “Penso che Zuckerberg sia interessato a prendere queste precauzioni”, Graham Cluley, un esperto di sicurezza online e consulente, ha scritto in una e-mail Mercoledì. “Oltre alle agenzie di intelligence e ai criminali online convenzionali che potrebbero essere interessati a colpire i suoi miliardi, ci sono senza dubbio molti hacker dispettosi che troverebbero divertente spiare una figura di così alto profilo.”

• Il secondo è che la copertura di foto, video e portali audio è stata a lungo una pratica semplice ed economica non siamo ancora abituati ai nuovi pericoli. Oggi “Coprire la telecamera è una misura di sicurezza molto comune”, ha detto in una email Lysa Myers, ricercatrice della sicurezza presso la società di sicurezza dei dati ESET. “Se dovessi andare in giro per una conferenza sulla sicurezza, sarebbe più semplice un  conteggio dei dispositivi che non hanno qualcosa sulla fotocamera.”

• In terzo luogo, il signor Zuckerberg non è immune da violazioni della sicurezza. Un recente hacking dei suoi account Twitter e LinkedIn mostra che molto probabilmente ha commesso due errori fondamentali di privacy: A giudicare dalla sua foto, tuttavia, sembra che il signor Zuckerberg prendesse semplici precauzioni per proteggersi da chiunque possa tentare di ottenere l’accesso remoto. La pratica è abbastanza semplice dal punto di vista tecnologico: potrebbe aver usato la stessa password su diversi siti Web e non ha utilizzato l’autenticazione a due fattori:

gli hacker inducono le persone a fare clic su collegamenti o siti Web non familiari contenenti malware che consentono loro l’accesso ai dispositivi.

Il signor Zuckerberg non è l’unico caso di alto profilo: James Comey, il direttore dell’FBI, ha detto agli studenti del Kenyon College di aprile che ha anche registrato sulla webcam del suo computer, per ragioni sorprendentemente semplici, secondo NPR: “Ho visto quella cosa nelle notizie, quindi l’ho copiato “, ha detto Mr Comey.

” – ho ovviamente un laptop, un laptop personale – ho messo un pezzo di nastro sulla fotocamera. Perché ho visto qualcuno più intelligente di me che ha un pezzo di nastro sulla fotocamera”. Le persone che non sono miliardari o funzionari governativi di alto livello non sono comunque senza rischi, ha dichiarato Stephen Cobb, ricercatore senior di sicurezza presso ESET.

Per le persone che non sono C.E.O.s, la minaccia è data da malintenzionati che scansionano internet in cerca di webcam accessibili per una serie di motivi, dal voyeurismo all’estorsione”, ha scritto Mr. Cobb in una e-mail.

Gli esperti non hanno una buona stima della frequenza con cui si verificano tali attacchi, ma secondo un rapporto del 2015 pubblicato dalla Digital Citizens Alliance, senza scopo di lucro, la pratica è un problema crescente

Sean Parker: Facebook può rovinare la mente dei nostri figli

L’ex boss di Napster e membro fondatore di Face Book si pente e ritratta una vita di affermazioni a favore dei social network. Aggiunge anche, come riporta su Axios Mike Allen, che l’ha intervistato a Filadelfia:«I social sfruttano le debolezze psicologiche delle persone»,e aggiunge sempre nel corso dell’intervista raccolta: «Solo dio sa cosa fanno queste piattaforme al cervello dei nostri bambini»

«Quando un network cresce fino a un miliardo o due miliardi di persone, cambia letteralmente la tua relazione con la società, con gli altri. Probabilmente interferisce in modo misterioso con la produttività in strani modi. Solo dio sa cosa stia facendo ai cervelli dei nostri bambini».

No, non parla un troglodita digitale nemico del fenomeno digtale queste sono parole di Sean Parker.

L’uomo che ha messo insieme l’idea di Mark Zuckerberg e i soldi di Peter Thiel. Uno che, come ricorda in Move fast and break things Jonathan Taplin (che lo accusa di aver distrutto tramite Napster: il primo sito ad offrire musica gratis in streaming, l’industria musicale nella quale lo stesso Taplin lavorava) pensa che sia «la tecnologia e non l’economia o il governo la vera forza trainante dietro i grandi cambiamenti sociali».

I social sfruttano le vulnerabilità psicologiche afferma in una intervista rilasciata dallo stessoa a Filadelfia.

Il «nuovo» Parker, che gestisce il Parker Institute for Cancer Immunotherapy, si considera «una specie di obiettore di coscienza» in fatto di social media.

Lui c’era agli inizi, e quindi può affermare con sicurezza che a Facebook, prima di tutti, sono partiti da una domanda: «Come faccio a consumare la maggior parte possibile del vostro tempo e della vostra attenzione cosciente?

E hanno perciò «sfruttato una vulnerabilità nella psicologia umana»: il bisogno di riconoscimento sociale («proprio la cosa che si sarebbe inventato un hacker come me»), e che lui stesso, Mark Zuckerberg e Kevin Systrom di Instagram «ne eravamo del tutto coscienti, ma l’abbiamo fatto comunque».

Come? «Dandovi ogni tanto un po’ di dopamina, quando qualcuno mette “mi piace” o commenta una foto, un post o qualcos’altro». Quanto sia sincera l’autocritica di Parker (che è ancora nel board di Spotify) è da vedere.

Ma sembra conscio di segnare un cambio di rotta, tanto che, tra il serio e il faceto, dice a Allen: «Credo che Mark Zuckerberg adesso bloccherà il mio account».

Hacker russi svuotano un bancomat in 3 mosse.

Nella  darknet è in vendita a meno di 1.500 euro un kit di software che permette di prelevare senza clonare le carte. Ma, attenzione, è sempre un reato

Scassinare un bancomat nell’epoca dei crimini informatici diventa una questione di pazienza e tecnologie, grazie a dei software messi a disposizione da un gruppo anonimo di cracker (hacker malevoli). Un sito nascosto nei meandri del deep web – rete che consente di navigare e mantenere siti Internet dietro anonimato – sta sponsorizzando la vendita di un kit di strumenti informatici in grado di forzare l’emissione di banconote da parte di alcuni tipi di sportelli bancomat, senza che sia necessario clonare carte di credito. In pratica, se il metodo funziona, il furto andrebbe tutto a danno della banca.

Puntare 1.500 dollari per ‘sbancare il bancomat’
A rendere credibile il negozio online è il fatto che la ‘merce’ offerta è la stessa segnalata martedì da Kaspersky Lab, che in un comunicato ha denunciato di aver scoperto a maggio lo stesso kit su una piazza virtuale della darknet. Gli esperti di sicurezza informatica sono preoccupati dal fatto che la suite di malware – software malevoli – era disponibile a soli cinquemila dollari, cifra molto più bassa di quanto normalmente richiesto per programmi di questo tipo. Attualmente lo stesso kit è disponibile sulla darknet in un sito rintracciato da Agi, al costo di 1500 dollari in bitcoin, anche se non è possibile escludere che si tratti di una truffa.

Come funziona
Il kit, fondato sui software ‘CutletMaker ATM’, ‘c0decalc’ e ‘Stimulator’, è stato rintracciato per la prima volta nella piazza virtuale AlphaBay, accessibile solo attraverso dark net, e chiusa durante un’operazione dell’Fbi il 20 luglio. Grazie all’utilizzo combinato di questi software, un attaccante può impossessarsi del bancomat a condizione che abbia accesso fisico allo sportello automatico. Una volta installato il software sullo sportello, l’attaccante deve andare sulla pagina da cui è stato comprato il kit e generare un codice che autorizza l’hackeraggio. Il prezzo di 1500 dollari in bitcoin vale come un credito per singola applicazione del software. È dunque necessario pagare un credito per ogni sportello che viene attaccato.

Leggi anche: Google Avverte: Attenti Al “Phishing”: Il Metodo Più Efficace Per Rubare I Vostri Dati!

Insieme al kit di software malevoli sono fornite anche le istruzioni per agire e i consigli per esercitarsi a casa. Chi si nasconda dietro la vendita di questo kit non è dato saperlo, ma nel suo comunicato Kaspersky rileva che il manuale per l’utilizzo dei software “è scritto con un inglese povero e una cattiva formattazione del testo. L’uso di slang e derrori grammaticali suggerisce che il testo sia stato scritto molto probabilmente da una persona che parla russo”. Il sito analizzato da Agi presenta in effetti come unico metodo per contattare il venditore un account raggiungibile attraverso una chat che risiede su un server russo.

La falla è Windows Xp, ancora
Secondo quanto dichiarato, il kit è in grado di funzionare su qualsiasi bancomat della marca Wincor Nixdorf, purché sia possibile accedere alla porta usb dello sportello. I software forniti dovrebbero essere efficaci solo sui bancomat che lavorano su Windows Xp, che al momento della dismissione del supporto da parte di Microsoft, avvenuto nel 2014, erano il 95%. “Questo vuol dire che ci sono almeno centinaia di migliaia di bancomat che ancora lavorano su sistemi operativi che non ricevono aggiornamenti per le nuove vulnerabilità”, si legge in un rapporto dell’Europol pubblicato a settembre. Wincor Nixdorf, contattata attraverso il form sul loro sito, non ha fornito chiarimenti.

Il web è spesso raccontato come un luogo senza regole dove ogni utente può dire o fare quello che vuole.

In realtà è così, per alcuni motivi:

Anzitutto internet viene chiamata rete perché è una struttura di computer collegati in rete all’origine, ed è stata pensata come struttura a prova di attacco militare dal Pentagono,ancora agli inizi. Se resiste agli attacchi la struttura fisica, come fa ogni ragnatela, cosa vi fa pensare che sia possibile controllare i flussi di dati che la attraversano?

La rete è globale mentre i paesi che contiene non lo sono,

se ho problemi a far ospitare il mio sito in Italia  lo sposto, per esempio, in Montenegro, il sito, io me ne resto tranquillo a casa, e continuo ad essere visto in tutto il mondo
E’ dai tempi di Piratebay che

le major dello spettacolo non sono riuscite ad ostacolare la libera circolazioneprima della musica ed ora dei filmati in streaming.

tutto quello che sono riuscite ad escogitare per guadagnare qualcosa dalla circolazione di contenuti digitali è Itunes, vi sembra molto?

Controllare le frontiere è difficile, fermare info in formato digitale è quasi impossibile.

Recentemente le autorità hanno chiuso più di 100 siti che proponevano contenuti in streaming, serie tv e film, trasmessi senza il permesso delle case produttrici, a quel che mi risulta oggi di effettivamente bloccato ne abbiamo 1.
Basta cambiare il dominio di primo livello: p.es www.ilsitoperguardareleserieinstreaming.it diventa www.ilsitoperguardareleserieinstreaming.tv ed il gioco è fatto, si ricomincia senza neanche perdere l’indicizzazione.
A queste considerazioni si deve aggiungere che

A questi flussi di informazioni inarrestabili può accedere chiunque, psicopatici, mitomani oppure semplici deficienti.

Ognuno è libero di arricchire la spazzatura digitale con le proprie esternazioni, che come dicevo, generalmente vanno a confermare frasi fatte e imbecillità, che in rete hanno sempre grande riscontro. (vedi il post: Mini Guida Ai Contenuti Della Rete: Vita Digitale Non È Vita Reale, Social E App Di Messaggistica Sono Solo Apparenza)

Come esiste purtroppo la possibilità di esercitare vere e proprie attività criminali. Naturalmente correndo seri rischi con la giustizia. Oggi è qui la vera battaglia delle forze dell’ordine, facciamo il tifo per loro.

Quindi direi che veramente il web è l’ultima frontiera,

varcate il confine se volete, ma ricordate che sta a voi decidere il cammino. Occhi aperti e tanto spirito critico.