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Internet Facile – Come scoprire se un sito è fatto in WordPress

Esiste un modo “vecchio stile” e molto rapido per scoprire se un sito è fatto con WordPress, si digita /wp-admin nell RIGdegli indirizzi dopo il dominio del sito, per esempio: www.laparola digitale.it/wp-admin. Se compare l’interfaccia di accesso che vi chiede admin e password, siglata con il logo di WP, allora ci siete riusciti, avete la prova provata che quel sito è fatto con il nostro CMS.
Ma eseiste un sito che vi consente si curiosare meglio nei siti fatti con wordpress, oltre a verificarne l’uso come piattaforma di costruzione.
WordPress è la piattaforma di CMS più diffusa al mondo e permette in soli 5 minuti di mettere su un sito web completamente funzionante in tutti i suoi aspetti ed in più con un po più di lavoro possiamo anche creare siti web professionali con tantissime funzioni aggiuntive.

Si chiama BuildWith

Se vuoi sapere se un sito web è stato fatto usando WordPress e sapere molto del sito web come i plugin che sono usati, hosting e tema installato ecco che puoi farlo usando uno strumento web potentissimo.

BuiltWith è un sito web facile e gratuito che permette di scoprire se un sito è fatto con WordPress e se la risposta è affermativa inoltre potrai ottenere molte altre informazioni dettagliate sul dominio indicato.

Accedi a BuildWith

BuiltWith è un potente sito web che semplicemente inserendo il link del sito web da analizzare tirerà fuori tutte le informazioni che desiderate.

In più se il sito è fatto con Worpdress potremo anche scoprire che Widget e Plugin sono installati, che tema viene usato e moltissime altre informazioni dettagliate e divise in categorie.

Insomma con un solo click potremo ottenere le informazioni

Server
Provider delle email
Widget usati
Software di analisi installati
Framework usato
Tema installato
CMS scelto
Ma non solo perchè potremo vedere:

Pubblicità usata
Feed abilitato
Tutto il codice abilitato sul sito web
Insomma davvero di tutto ed in pochissimi secondi. Mettete nei preferiti BuiltWith.

Leggi anche: Internet facile: cosa è un blog e come funziona

Internet Facile – Le teorie della percezione dell’immagine

Qui  riassumo le principali teorie di percezione dell’immagine

La teoria empiristica (1870)
ha come rappresentante più eminente Helmholtz, il quale parte dal presupposto che le ripetute esperienze con l’ambiente influiscano sulla percezione degli oggetti ,
mediante specifi che associazioni tra le sensazioni elementari già apprese.
Il bambino, alla nascita, sarebbe in grado di effettuare solo discriminazioni grossolane, che tendono a specificarsi e specializzarsi gradualmente, con il ripetersi delle esperienze.

New Look, Stati Uniti (anni ’50-’60)
Gli psicologi del New Look, invece, partono da una visione funzionalista della percezione,
che, secondo loro, dipende anche dai bisogni, dagli stati emotivi e dalle aspettati
ve del soggetto. Questi fattori, infatti , sono in grado di alterare o condizionare le
nostre percezioni.
Ad esempio, in uno studio di Jerome Bruner i bambini percepivano come più grande
una moneta da un dollaro rispetto ad un cerchio di cartone di uguale misura, ma ciò
accadeva solo ai bambini poveri!
Questa teoria è sostenuta anche dal Costruttivismo: la percezione è un processo atti
vo e costruttivo nel quale il soggetto interviene con le sue aspettative, conoscenze,
motivazioni. Il processo percettivo dipende quindi dall’interazione tra le caratteristi –
che dello stimolo esterno e le caratteristiche del soggetto che percepisce.

Le tre fasi

Schematizzando veramente molto si può dire che da allora siamo passati attraverso tre fasi di interpretazione e gestione della comunicazione, che io indico con:

impressione 
Sto parlando di una vastissima gamma di simboli visivi le posture del corpo, i gesti, la mimica facciale (espressioni appunto), come anche l’uso dei colori via via perfezionato fino ad arrivare ai bellissimi graffiti in grotta realizzati 40.000 anni fa dai Cro-Magnon, (che erano uomini del paleolitico superiore arrivati per primi in europa). Consideriamo il dato che la prima perlina colorata trovata dai paleoantropologi in Africa risale a 200.000 anni fa
Questo tipo di espressione era funzionale ad una società di cacciatori-raccoglitori. Voglio dire: se stai cacciando il mammuth con gli altri componenti della tua tribù, oppure se una tigre dai denti a sciabola sta cacciando te, non hai tempo per le chiacchiere, al massimo cacci un urlo.
Sembra che il linguaggio si sia evoluto compiutamente solo 400 000 anni fa, probabilmente in un periodo più rilassato.

Linguaggio
Il nostro stesso organismo si è adattato per permetterci di articolare parole, una rivoluzione enorme che ha fatto la fortuna della nostra specie (specificare meglio), il problema era che la massa delle informazioni trasmesse andava facilmente perduta.

Scrittura
Nata 3000 e più anni fa consentiva all’inizio di conservare dati per lo più contabili, necessari alle organizzazioni urbane del neolitico(specificare meglio), Successivamente diventò uno strumento abbastanza raffinato per conservare e tramadare narrazioni (epopea di Gilghamesh, Iliade,ecc). Per questo motivo fu ostacolata anche da grandi pensatori ell’epoca, pare che Aristotele fosse fieramente contrario alla trascrizione dei propri discorsi che infatti ci furono tramandati da Platone, probabilmente,insieme ad Erodoto, il primo grande divulgatore del mondo moderno. Ma qui siamo già all’inizio della terza fase che vorrei chiamare della comunicazione moderna, (definizione ed etimologia)

Oggi, grazie ad internet, torniamo ad Altamira, ma approfondirò la questione.

Usability, verifichiamo il web design e l’organizzazione dei contenuti nella pagina

Usability: disegno complessivo del sito, gestione degli elementi grafici – (Graphic Design)

Dopo aver esaminato separatamente gli elementi “testuali” e quelli “grafici”, vediamo la loro coerenza nel disegno complessivo del sito, cioè testiamo il lavoro di web design fatto

PUNTI DA OSSERVARE PER IL PROGETTISTA
• Contrasto colori: verificare gli abbinamenti tra colori principali e complementari, ricordate che si lavora in tricromia (red, green, blue), verificare la corporate (colori del marchio)
• Posizione elementi, Guardate un esmpio di eyetracking: https://www.usability.gov/how-to-and-tools/methods/eye-tracking.html
•”scrolling” Vs. Completezza: meglio se le i principali contenuti sono visibili senza bisogno di usare le barre di scorrimanto laterali
•Le pagine si autoformattano: il sito si adatta automaticamente alla larghezza dello schermo, ed i caratteri aumentano di dimensione in proporzione
• Si usano altri logo? Di chi? Perchè?: Un solo logo deve essere predominante ogni altro logo fa confusione

Navigazione ed esperienza di visita nel sito

Il sito dovrebbe fornire in modo immediatamente visibile tutte le indica per guidare l’utente nella navigazione interna.

PUNTI DA OSSERVARE PER IL PROGETTISTA
• Le sezioni principali sono abbastanza in evidenza?: La navigazione e la visita
dell’utente devono essere “guidate” o “orientate” in coerenza con lo scopo
del sito?
• Le sezioni collegate tra loro sono raggruppate, o sono sparse nella pagina?: organizzare i contenuti anche visivamente secondo una sequenza logica immediatamente comprensibile
• Ci sono sezioni doppie per uno stesso argomento?: la
duplicazione è uno spreco, genera confusione ed è difficile da seguire perchè bisogna sempre sincronizzare i contenuti
• Le titolazioni delle sezioni sono chiare?: usate i titoli (tag h4 per esempio) Non solo rendono il testo più interessante e immediatamente comprensibile ma migliorano anche l’indicizzazione del sito
• Ci sono autoLink alla stessa HP : generalmente sono inutili
• Le icone sono “autoesplicative”, oppure no? le icone sono simboli grafici di riferimento di uso comune e vanno immediatamente comprese, quindi usate grafiche di uso comune
(in caso contrario: perché)? Sono le icone giuste?(“evocano” il
significato corretto)? Sono coerenti all’interno della HP se presenti più volte devono portare allo stesso contenuto

Scrivere i testi per il web secondo le regole dell’usability indicate dal metodo Nielsen

I TESTI, in questo articolo analizziamo lo stile e l’impaginazione del testo, senza soffermarci sui contenuti,  come indicate dalla usability,( un sistema di controllo dei siti proposto a suo tempo da Jackob Nielsen), in quanto una buona organizzazione del testo contribuisce a rendere la pagina più accattivante già alla prima occhiata, che è quella che conta.

Come da “metodo Nielsen” ecco un elenco di punti da verificare in fase di progettazione e valutazione del progetto di user experience, visto che lo scopo de “laparoladigitale” è appunto l’insegnamento della progettazione web partendo dalle basi, ho commentato ed approfondito i singoli punti, per renderli chiari anche ai non professionisti.

• Linguaggio “userfocused”?: Ogni comunicazione è rivolta ad un pubblico specifico, se realizzate testi per un sito che riporta favole per bambini userete un italiano semplice e diretto, mentre pagine dedicate alla psicoanalisi Junghiana possono richiedere un italiano più evoluto e specialistico.

• Informazioni ridondanti?: Esiste uno scopo per questo? informazioni identiche vengono ripetute più volte in differenti pagine? Per mia esperienza è bene rendere più facilmente accessibili le informazioni determinanti, ma la maggior parte delle volte sono sufficienti link specifici che riportano ad esse sistemati nei punti nevralgici elle vostre pagine.

• Slogan autoesplicativi?: Se fate un’affermazione importante cercate di essere chiari, le vostre frasi devono essere comprese immediatamente, anche da chi visita il vostro sito per la prima volte (la maggioranza dei vistatori cioè).

• Linguaggio “morbido” oppure “imperativo”?: Viene da pensare che un tono affermativo possa essere più coinvolgente, ma considerate che il vostro visitatore non sempre è determinato a seguire le vostre pagine. Un giusto mix può risultare coinvolgente e si ottiene mescolando testi semplici, diretti con dati interessanti.

• Utilizzare collegamenti stili tra testi collegati, o all’interno di
elenchi?:  Se volete organizzare il testo del vostro articolo come un elenco, vi consiglio di inserire più testo possibile ad approfondimento della singola voce, usate link di rimando solo se i contenuti che dovete proporre sono molto lunghi o multimediali.

• Mantenere distinti gli stili di elementi di contenuto diversi?: per fare un esempio proponendo una ricetta è buona cosa mettere gli ingredienti per primi, impaginati a blocchetto, magari in corsivo e colorati diversamente dal testo che spiega la realizzazione della ricetta, impaginato a blocchetto, nero.

• “Etichette” o titoli sono utili?:  Assolutamente sì, usate i titoli di paragrafo per definire meglio l’argomento e le didascalie per le foto. Questi accorgimenti rendono più facile la lettura, anche visivamente, proponendo più “punti di interesse” ed inoltre favoriscono la indicizzazione sui motori di ricerca.

• Gli elenchi contengono almeno due voci?: Certamente altrimenti che elenchi sono?

• Parole interrotte e portate a capo?:  Da evitare qualsiasi cosa che possa rendere meno scorrevole la lettura del testo, quindi parole spezzate oppure a capo vanno evitati.

• Abbreviazioni e acronimi chiari? Coerenti?: Usate le abbreviazioni solo se sono molto conosciute (ecc. invece di eccetera va bene). Acronimi tecnici anche (html invece di hyper text markup language, anche, però almeno la prima volta che lo usate in ogni articolo indicate anche la forma estesa).

• Perché testi enfatizzati: (punti esclamativi! P A R O L E
staccate o p.u.n.t.a.t.e.)?:  A parte il punto esclamativo da usare con parsimonia (uno basta e avanza) i testi enfatizzati servono solo a passare per “urlatori” maleducati e fuori luogo!

I vantaggi del metodo Nielsen: poco costoso, aumenta visite e fidelizzazione al tuo sito

Continuo la descrizione del metodo Nielsen per la progettazione di interfacce grafiche e/o siti web, che ho iniziato nello scorso tutorial in cui davo una definizione del concetto di web usability, e spiegavo aumentare la visibilità del vostro sito web e la fidelizzazione degli utenti con il metodo Nielsen

Il metodo Nielsen offre numerosi vantaggi:

1. Criteri per valutare l’efficacia di un sito e/o di un’interfaccia grafica commerciale

J.(profeta)Nielsen offre con il suo metodo la possibilità di adottare criteri per la progettazione di un sito internet efficace. Evitando così il lavoro costoso e frustrante di aggiustamento dei contenuti e della ridisposizione degli stessi a sito pubblicato.

2. Approccio semplice e poco costoso

Evidentemente riuscire ad anticipare le esigenze del nostro target prima della costruzione del sito comporta una diminuzione notevole di tempi e costi. Ciò non toglie che comunque ogni tipo di comunicazione online va costantemente monitorata e modificata secondo l’evoluzione di fattori esterni ed interni.

3. Offre criteri che combinano:

– Aspetti tecnici (ad es. velocità di caricamento, risoluzione video, ecc.)
– Aspetti comunicazionali (efficacia dei contenuti,immediatezza comunicativa, ecc.)
– Aspetti legati al business (cosa si vuole valorizzare in un sito, ecc.)

4. Soddisfa l’utente di riferimento (a chi il sito è destinato)

– Si applica l’utente tipo del sito. Ipotizza variabili
– Classifica gli utenti per categorie o tipologie

5. L’obiettivo di riferimento

– cosa si vuol fare con il sito? Informare o vendere? Sito di presenza, vetrina, vendita?
– quale messaggio si intende veicolare?
– in che modo?

6. Gli strumenti a disposizione

– quale tecnologia o modalità di design si adopera in coerenza con quanto sopra indicato?
–  Quali criteri sono stati seguiti nella scrittura ed impaginazione dei testi?

Però presenta limitazioni

1. Propone valutazioni soggettive e non confermate dai fatti

_Infatti non indica criteri di progettazione ma “indicazioni e suggerimenti” per“ focalizzare l’attenzione” del progettista
– Non fornisce indicazioni precise sui punti critici che potrebbero determinare una modesta usabilità
– Lascia al progettista la valutazione sulla coerenza o meno con gli obiettivi del sito, dell’azienda, ecc.

2. Fornisce più che altro definizione di “linee guida” o “check list”

per valutare (qualitativamente) l’efficacia di un sito esistente o in progetto

3. Ha i limiti di un approccio di derivazione prati

(ossia considerazioni ricavate dal “buon senso” nell’esperienza professionale) e non teorica (ossia deduzioni o conclusioni sulla base di modelli

Ecco come capire quando un sito è progettato male secondo Nielsen e secondo me

fateci caso una buona metà dei siti che continuiamo a vedere risentono di una di queste impostazioni sbagliate che ne impediscono il successo.

Sito uguale o in linea con la “ brochure” o depliant aziendale” ne ne ripropone pari pari lo svolgimento
Sito organizzato per contenuti che riproducono la struttura aziendale interna
(ad es. sito che ricalca l’organigramma e la suddivisione in funzioni, dipartimenti, uffici, ecc.)
Contenuti riprodotti con lo stesso identico stile “ interno” usato in azienda
, quindi con organizzazione dei testi adatte tutt’all più per un house organ (termini usati, tipi di contenuti, ecc.)
Sito che punta solo all’effetto del design delle pagine,delle immagini, delle animazioni
(grazie al cielo il periodo di Flash è finito, ma stanno rinascendo siti che contano solamente su grandi immagini a pieno schermo e magari in movimento.
Sito non interconnesso con il resto del Web, è un argomento più tecnico ma importantissimo: un sito internet “vive” in rete e deve essere immerso nel traffico di dati, senza collegamenti con altre realtà on line questo non è possibile e quindi il sito resta inutilizzato
Sito trattato come un qualunque altro progetto aziendale“ interno”, (mentre è uno strumento di comunicazione), il responsabile IT aziendale raramente è un progettista di interfacce grafiche, corre il rischio quindi di realizzare un sito tecnicamente ineccepibile ma gestibile con difficoltà dagli utenti.

I grandi classici del web design: il metodo Nielsen e la usabilità delle pagine web

Sapete che anche nel settore del web design/marketing esistono i grandi classici? Saggi o libri che hanno inventato categorie che oggi sono di usi comune.

Oggi vi ricordo appunto la usabilità delle pagine web, studiata per primo da Jacob Nielsen nel 1991, è importante capire che quei principi di base sono appunto  ancora oggi fondamentali e invito a approfondire l’ argomento sui libri che sono stati successivamente scritti in merito magari dallo stesso Nielsen.

Due riferimenti a Wikipedia di seguito, il primo sulla usabilità4

L’usabilità è definita dall’ISO (International Organization for Standardization), come l’efficacia, l’efficienza e la soddisfazione con le quali determinati utenti raggiungono determinati obiettivi in determinati contesti. In pratica definisce il grado di facilità e soddisfazione con cui si compie l’interazione tra l’uomo e uno strumento (console, leva del cambio, interfaccia grafica, ecc.)

Il termine non si riferisce a una caratteristica intrinseca dello strumento, quanto al processo di interazione tra classi di utenti, prodotto e finalità. È però d’uso comune – per estensione – l’uso di questo termine in forma di aggettivo (es: questo strumento è particolarmente usabile).

Il problema dell’usabilità si pone quando il modello del progettista (ovvero le idee di questi riguardo al funzionamento del prodotto, che trasferisce sul design del prodotto stesso) non coincide con il modello dell’utente finale (ovvero l’idea che l’utente concepisce del prodotto e del suo funzionamento).

Il grado di usabilità si innalza proporzionalmente all’avvicinamento dei due modelli (modello del progettista, e modello dell’utente).

Principali caratteristiche di un sistema usabile[modifica | modifica wikitesto]
Efficacia: accuratezza e completezza con cui certi utenti possono raggiungere certi obiettivi in ambienti particolari.
Efficienza: le risorse spese in relazione all’accuratezza e completezza degli obiettivi raggiunti.
Soddisfazione: il comfort e l’accettabilità del sistema di lavoro per i suoi utenti e le altre persone influenzate dal suo uso.
Facilità di apprendimento: l’utente deve raggiungere buone prestazioni in tempi brevi.
Facilità di memorizzazione: l’utente deve poter interagire con un’interfaccia anche dopo un periodo di lungo inutilizzo, senza essere costretto a ricominciare da zero.
Sicurezza e robustezza all’errore: l’impatto dell’errore deve essere inversamente proporzionale alla probabilità d’errore.

L’esperienza dell’utente[modifica | modifica wikitesto]
Exquisite-kfind.png Lo stesso argomento in dettaglio: User Experience.
L’esperienza dell’utente è un concetto di natura multidimensionale che descrive la complessa reazione dell’utente di fronte all’interazione con strumenti interattivi. Le dimensioni che determinano l’esperienza dell’utente sono 3:

dimensione pragmatica: funzionalità e usabilità del sistema
dimensione estetica/edonistica: piacevolezza estetica, emotiva e ludica del sistema
dimensione simbolica: attributi sociali, forza del Brand, identificazione
L’usabilità si determina rispondendo a domande quali:

che cosa vuole o deve ottenere l’utente?
qual è il background culturale e tecnico dell’utente?
qual è il contesto in cui opera l’utente?
che cosa deve essere demandato alla macchina e che cosa invece va lasciato all’utente?
All’inizio di ogni progetto impegnativo, si dovrebbero ottenere risposte per le domande precedenti attraverso un’analisi dell’utente e delle sue esigenze. Sono almeno tre le modalità per trovare le suddette risposte:

analisi delle esigenze incentrate sull’utente
costruzione dei profili utente
verifiche di usabilità.
Al fine di valutare al meglio l’usabilità di prodotto, è possibile eseguire dei Test di Usabilità, con utenti reali. In questa fase, gli utenti sono chiamati a compiere delle semplici operazioni caratteristiche del prodotto, evidenziandone pregi e difetti.

Inoltre è possibile procedere alla Misurazione dell’usabilità, attraverso complesse tecniche, capaci di dare una valenza più o meno oggettiva, al grado si usabilità di un prodotto.

Il secondo relativo al nostro autore

Jakob Nielsen (Copenaghen, 1957) è un informatico danese.

Insieme a Donald Norman, Bruce Tognazzini e Jef Raskin è considerato[senza fonte] il guru dell’usabilità. È uno scrittore, oratore e consulente. Ha un dottorato in design dell’interfaccia utente e informatica del Politecnico Danese. Nielsen lavorò nella Bellcore, nell’IBM, e come ricercatore senior alla Sun Microsystems. Nel 1991, quando il Web era all’inizio, Nielsen correttamente predisse che gli ipertesti sarebbero stati il futuro del design dell’interfaccia utente e prese la palla al balzo scrivendone un libro. Aggiornò il suo libro nel 1995 tenendo conto del successo del Web.

Dopo che i suoi articoli sull’usabilità, regolarmente pubblicati sul Web, attrassero l’attenzione dei media, fondò una compagnia di consulenza sull’usabilità, la Nielsen Norman Group coll’esperto di usabilità Donald Norman.

Nielsen è considerato la massima autorità[senza fonte] sull’usabilità del web. È noto per le sue critiche (spesso severe) a siti popolari, soprattutto sul fatto che puntino troppo su caratteristiche come le animazioni (come Flash) e grafica a spese dell’usabilità, cosa particolarmente dannosa per i disabili. Nielsen continua a scrivere ogni quindici giorni in una newsletter sul web design e ha pubblicato vari libri sul soggetto.