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Il Dark Web è un sottoinsieme del Deep Web, solitamente irraggiungibile attraverso una normale connessione internet senza far uso di software particolari perché giacente su reti sovrapposte ad Internet chiamate genericamente “Darknet”. Le Darknet più comuni sono Tor, I2P e Freenet. L’accesso a queste reti avviene tramite software particolari che fanno da ponte tra Internet e la Darknet. Uno dei più famosi è Tor che, oltre a fornire accesso all’omonima rete, garantisce l’anonimato all’utente, permettendogli di navigare anonimamente anche sul normale World Wide Web da uno dei nodi della rete Tor. Le Darknet sono usate, in alcuni casi, per attività illegali: famoso è il caso di Silk Road, un sito di commercio elettronico sulla rete Tor che effettuava attività criminali.

Internet facile: cosa è un browser

In informatica, il web browser (o più semplicemente browser, /ˈbraʊzə(r)/ – dall’0inglese browse = navigare) è un programma che viene utilizzato molto frequentemente per il recupero, la presentazione e la navigazione di risorse sul web (cioè navigare su internet, trovare i siti desiderati, leggerne le pagine ed eventualmente scaricare file disponibili).

Più esattamente il browser riceve il codice html, con cui vengono impostati i siti internet e lo converte secondo le indicazioni contenute nel codice in un insieme di testi e grafica.

Per vedere un esempio di codice html, provate ad aprire un sito internet, come fate normalmente con il vostro browser, posizionate il mouse al centro della pagina e premendo il tasto destro selezionate la voce “visualizza sorgente pagina” dal menu contestuale.

Ecco a voi il codice html scritto dal web designer e dal programmatore per realizzare  la pagina che state visitando.

Tali risorse (come pagine web, immagini, musica o video) sono messe a disposizione sul World Wide Web, la rete globale che si appoggia su Internet, vengono visti in particolare quindi i siti internet i cui indirizzi cominciano con www, (anche se ora questa sigla non è sempre visibile nella riga degli indirizzi e spesso rimane solo la sigla http://nomedelsito.it).
Ugualmente se costruite un sito internet oppure lo scaricate sul vostro computer dovete usare un browser per leggerne le pagine.
In termini più tecnici possiamo dire quindi che il browser implementa da un lato le funzionalità di client (il nostro pc), accedendo al server web (il computer molto più grande e potente dove è ospitato il sito che vogliamo viitare) e mostrando i siti richiesti a partire dal loro indirizzo URL (p.es http://www.laparoladigitale.it/, che vedete nella apposita riga posta nella parte alta del browser).
Dall’altro il browser ha funzioni di visualizzazione dei contenuti ipertestuali (link e altri collegamenti) e di riproduzione di contenuti multimediali anche in streaming.

Tra i browser più utilizzati vi sono Google Chrome, Safari, Internet Explorer, Mozilla Firefox, Opera, Microsoft Edge (uscito con Windows 10) e Maxthon.

Leggi anche: Internet Facile – Cos’è veramente la Darknet?

Internet facile: cosa è il World Wide Web

Il World Wide Web (letteralmente “rete di grandezza mondiale“), abbreviato Web, sigla WWW, è uno dei principali servizi di Internet.

Permette di navigare e usufruire di un insieme vastissimo di contenuti amatoriali e professionali (multimediali e non) collegati tra loro attraverso legami (link), e di ulteriori servizi accessibili a tutti o ad una parte selezionata degli utenti di Internet.

Questa facile reperibilità di informazioni è resa possibile oltre che dai protocolli di rete anche dalla presenza, diffusione, facilità d’uso ed efficienza dei motori di ricerca e dei web browser in un modello di architettura di rete definito client-server.

La storia del world wide web

Una profonda rivoluzione nella rete è stata portata nel 1994 (in Italia, un anno dopo) da una nuova tecnologia, basata sul protocollo HTTP (Hyper-Text Transfer Protocol) e sul linguaggio “ipertestuale” HTML (Hyper-Text Markup Language), chiamata World Wide Web, o www, o the Web, la ragnatela.

Questa tecnologia che mette in grado tutti i pc di interagire condividendo contenuti era stata concepita nel 1990 da Tim Berners-Lee del CERN di Ginevra (il laboratorio europeo per la fisica delle particelle) come un sistema più efficiente di comunicazione per la comunità scientifica.

Ma pochi anni dopo ebbe una diffusione che nessuno, compreso il suo inventore, aveva immaginato.

Tale è stato il successo di questa innovazione che oggi sembra essere “solo quello” il volto dell’internet.

Molti nuovi utenti non conoscono la rete se non attraverso un browser. Chrome, Internet Explorer, Safari, Fire fox ecc. Programmi nati appunto per visualizzare sullo schermo del computer pagine contenenti testo e grafica scritte in linguaggio html.

Nulla di male, perché la tecnologia è solida, l’interfaccia è di facile uso, i browser si arricchiscono di nuove funzioni, e con un po’ di attenzione si scopre che è possibile accedere, anche per quella via, a tutti i sistemi e servizi connessi all’internet.

Ma… ci sono due problemi.
Il primo è che se non si guarda oltre la “facciata” si può credere che “essere in rete” voglia dire solo andare in giro a guardare “siti web”, per vedere immagini, raccogliere informazioni, prelevare testi o software.

Con tanti saluti all’interattività, che consente appunto di cambiarsi e creare propri contenuti, pubblicandoli online.

Il secondo problema,  sempre più pressante, risente della scarsità di strumenti e formazione individuale indispensabile per filtrare contenuti,  che oggi possono essere pubblicati sul web  da chiunque senza alcun controllo.

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