Sarahah e lo strano piacere dei messaggi anonimi

Sarahah e lo strano piacere dei messaggi anonimi

Tratto da http://27esimaora.corriere.it

Fa sorridere. L’applicazione Sarahah è nata un anno fa, per mano del saudita Zain al-Abidin Tawfiq, come strumento anonimo per agevolare le comunicazioni spontanee fra dipendenti e vertici. Poi, aperta a tutti, ha scalato nelle ultime settimane le classifiche delle app più scaricate in Irlanda, Usa o Australia e si è trasformata in un fenomeno di massa. Fa sorridere perché intanto l’ex ingegnere di Google James Damore veniva licenziato proprio per aver condiviso un controverso documento sul ruolo delle donne sulla chat aziendale anonima Blind. Nella sua versione attuale, Sarahah è esplosa negli ultimi giorni anche in Italia.
Il perché del successo è semplice, come lo strumento stesso: con una grafica minimale e una buona usabilità, permette a ogni iscritto di condividere in Rete e sugli altri social l’indirizzo di una pagina tramite la quale chiunque può inviargli messaggi in forma anonima. Chiunque, anche chi non è iscritto a Sarahah. Chi riceve non può rispondere direttamente. Per ora, più avanti sarà possibile. È utile? Divertente, ma se ne può fare a meno. È destinata a essere archiviata come fuoco di paglia agostano? Possibile (ricordate Pokémon go? Ecco, appunto). È pericolosa? Se lo stanno chiedendo in molti, soprattutto in relazione al cyberbullismo: di buono c’è che i messaggi sono visibili solo a chi li riceve. E la forza del (cyber)bullo è soprattutto il branco, che in questo modo viene disinnescato, almeno pubblicamente. Poi, il concetto di anonimato è più che altro commerciale.
Come spiega l’esperto di cybersicurezza Andrea Zapparoli Manzoni, «nel caso in cui vengano attivate indagini serie sono svariati gli strumenti dell’informatica forense per risalire ai mittenti, anche senza la collaborazione delle piattaforme». Se ne sia sempre consapevoli, e lo si spieghi ai più giovani — oltre a educarli a non seppellire i coetanei di insulti — fra i quali app di questo genere vanno per la maggiore. Di Sarahah, invece, potremmo dimenticarci presto.

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