Il boom della rete oscura'Ho comprato una pistola sul web'

Il boom della rete oscura’Ho comprato una pistola sul web’

Comprare armi, passaporti falsi o altro sul Dark Web – dove si connettono ogni giorno 400mila italiani – è sempre più facile e in pochi minuti chiunque può farlo. L’Italia è arretrata sulla cybersicurezza ma all’avanguardia sull’illegalità nell’underground di internet
In principio c’erano gli scantinati dei ricettatori. Adesso il mercatino della criminalità è nel sottoscala della rete, dove acquistare un passaporto e una pistola è facile quanto comprare un libro su Ebay o Amazon. Un luogo ultimamente troppo affollato per essere ignorato, basta riflettere sulle cifre: ogni 5mila persone connesse c’è un utente che naviga sul Dark web. E l’Italia è tra i Paesi dove si rileva la maggiore densità di traffico. Tutto grazie a Tor, Tails – nati in principio per l’anonimato online -, Tails, Whonix, Onion City o Vidalia, sistemi di navigazione scaricabili da chiunque. Dopo aver installato il software si aprono le porte dell’armeria di internet. Meno complicato è rifarsi l’identità con un passaporto o una patente falsa, acquistare droga o scambiare materiale pedopornografico.

La fiera dell’illegalità porta il suffisso del dominio “.onion” (cipolla in inglese), una parola che implicitamente spiega il funzionamento del web oscuro: un sistema in cui le diverse “sfoglie” della cipolla rappresentano i vari server di tutto il mondo su cui si appoggiano per pochi secondi i siti di merce illegale. Praticamente irrintracciabili, anche perché si saltella da un luogo virtuale all’altro all’insaputa degli stessi utenti che ospitano i byte illegali. E così, navigando su Hidden Wiki o Silky Road ci si imbatte su EuroGuns, dove – dopo essersi registrati con un qualsiasi account – è possibile mettere le mani su Glock con matricole abrase, semiautomatiche e mitragliatrici. Oppure fare un giro su Uk Passport, dove fornendo i propri dati e una foto si può comprare un passaporto a mille Pound, ma anche su siti più economici che offrono documenti di falsa cittadinanza per 800 euro, o navigare sui forum hacker o sui siti civetta dei terroristi.

Su EuroGuns la pistola più economica è una calibro 7,65 che costa 600 euro che la maggior parte delle volte è possibile pagare in bitcoin, cambiando i soldi reali in cripto moneta, mentre più raramente con una semplice prepagata. L’arma arriva in pezzi, ognuno spedito con corrieri diversi e ad una catena di persone che conosce solo il mittente precedente, per poi arrivare al compratore finale, a cui tocca solo riassemblarla. Attualmente l’unico modo per essere scoperti è spifferare l’affare sull’onda dell’entusiasmo: è solo così che un giovane romano di 24 anni è stato arrestato dopo essersi vantato dell’impresa su YouTube con tanto di selfie assieme alle sue due nuove pistole e proiettili.

Pochi ma pericolosi. E sempre più attraenti tra i ragazzi. Il Dark Web è ultimamente frequentato in Italia prevalentemente di notte da 3-400mila utenti, soprattutto da giovani tra i 15 e i 24 anni. La Dark Net Italian Community è uno dei forum più attivi e più numerosi a livello mondiale. Il 90% dei domini “.onion” sono illegali ed è stato rilevato che l’80% tratta pornografia, il 20% riguarda tutto il resto. Dati che potrebbero essere falsati perché tengono conto del volume di traffico generato, quindi fanno solo riferimento alla grandezza dei file condivisi in termini di bit.
Nonostante tutto, il web non in chiaro è solo una piccola ombra nel mare del Deep Web (che differisce dal Dark web perché è il web in chiaro non indicizzato), visto che – secondo un’analisi – solo lo 0,004% di internet è indicizzato da Google.

L’anima del commercio del Dark Web sono però i forum, tra i più conosciuti ‘4Chan’ o ‘7Chan’, dove il linguaggio utilizzato è quello degli hacker, definito ‘Leet’ (anche ‘1337’) e caratterizzato dall’uso di molti caratteri non alfabetici e terminologie volgari: un po’ come entrare al ristorante ‘La Parolaccia’ ed essere obbligati a stare al gioco. Dopo qualche settimana di gavetta, utilizzo dei giusti termini e l’acquisizione di una certa reputazione all’interno dei forum – che scongiura la presenza di novellini o infiltrati – gli utenti più accreditati girano su richiesta i link dei siti di prodotti illegali sempre meno conosciuti dal popolo del ‘Dark’. Anche le organizzazioni terroristiche come l’Isis hanno un proprio forum, dove commerciano, scambiano e acquistano soprattutto software e apparecchiature fotografiche.

Per le polizie di tutto il mondo, l’unico modo è intervenire con degli infiltrati all’interno del web, cercando di acquisire la fiducia dei criminali per incontrarli fuori dai byte. Un metodo che finora non ha portato risultati significativi. L’unico vero colpo è stata l’individuazione di Ross Ulbricht, creatore del portale di mercato illegale ‘Silky Road’, arrestato nel 2013 dall’Fbi e ufficialmente tradito perché connesso per qualche attimo ad un “server civetta” della polizia. Ma il sito è stato rimesso in piedi poco dopo. Un cancro virtuale che si diffonde senza freni: per un file cancellato, altre migliaia si duplicano e si moltiplicano.

Hacker
La corsa agli armamenti è partita in tutto il mondo. Ma nella cyberguerra, l’Italia sembra già aver alzato la bandiera bianca. Il nostro Paese si scopre impreparato dopo i continui attacchi informatici, come l’ultimo virus hacker ‘Wannacry’, e lo spionaggio dei governi tra i codici della rete. L’ultimo tentativo è stato l’idea di un piano nazionale sulla Cybersicurezza nel 2013, rimasto nel dimenticatoio. Ultimamente, invece, il governo Trump ha emesso negli Usa il Cyber Security Order, obbligando le aziende che intendono dialogare con la Difesa statunitense all’adeguamento ad un protocollo, le cui linee guida sono fornite dal National Institute Standard Technology, che riguarda una serie di azioni organizzate per fronteggiare un attacco informatico. Sul fronte italiano, all’orizzonte resta l’ipotesi della nomina di un nuovo direttore sulla CyberSecurity a capo di una task force, dopo la sottrazione di questa equipe alle direttive dei servizi segreti.

“Abbiamo un sistema di risposta agli attacchi informatici inesistente”, spiega Claudio Cilli, docente di Informatica alla Sapienza , oltre ad essere consulente del governo per i cyber sicurezza e delle Nazioni Unite nei settori delle tecnologie dell’informazione. “Il piano nazionale italiano sulla sicurezza informatica prevede un’escalation di riposta estremamente lenta e farraginosa, quando invece andrebbero prese decisioni nell’ordine di microsecondi – spiega ancora Cilli -. Ci portiamo dietro un divario di mesi o addirittura di anni”. E l’allarme nostrano è anche nel Dark Web, dove la Dark Net Italian Community è uno dei forum più attivi e più numerosi a livello mondiale. Per Cilli, che ha anche progettato sistemi di elaborazione sicuri per le forze armate, “in questo underground, l’Italia è tra i più evoluti al mondo. Il paradosso è questo: il nostro Paese è arretrato sotto l’aspetto della cyber security ed è all’avanguardia per quanto riguarda l’illegalità nel Dark”.

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