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Cyberbullismo, nuove tutele per i minori vittime su social network e web

Articolo realizzato da Massimo Chirivì per Affaritaliani

Ormai la legge sul cyberbullismo è entrata in vigore e le nuove tutele sono attive.

Cito testualmente: “La presente legge si pone l’obiettivo di contrastare il fenomeno del cyberbullismo in tutte le sue manifestazioni, con azioni di carattere preventivo e con una strategia di attenzione, tutela ed educazione
nei confronti dei minori coinvolti, sia nella posizione di vittime sia in quelle di responsabili di illeciti, assicurando l’attuazione degli interventi senza distinzione di età nell’ambito delle istituzioni scolastiche”.
(Articolo 1, comma 1, legge 29 maggio 2017, n. 71).
Il fenomeno del Cyberbullismo ogni giorno diventa sempre più pericoloso, e le vittime aumentano sempre di più. Mentre aumenta il numero dei cyberbulli anche se forse inconsapevoli.

Forme digitali di pressione, aggressione, molestia, ricatti, ingiurie, denigrazioni, diffamazioni, furti d’identità, alterazioni, acquisizioni illecite, manipolazione e trattamento illecito di dati personali in danno di
minorenni, sono causa di alterazioni psicologica e possono portare, come purtroppo accaduto in alcuni casi, fino al suicidio.
La nuova norma introduce quindi alcuni strumenti a disposizione delle vittime, che potranno chiedere a chi gestisce blog, social network e simili, l’oscuramento di alcuni contenuti.
Mi viene difficile, però, intravedere una risoluzione efficace al problema mediante una legge che all’interno del suo piano di azione autorizza una spesa irrisoria di € 50.000 annui per periodiche attività informative di prevenzione e di sensibilizzazione sul fenomeno.

Con una cifra del genere si potranno, al massimo, realizzare un sito internet, qualche spot televisivo e qualche comparsa sporadica sui giornali; a mio parere non più di questo potrà essere fatto con 50.000 euro. Spero di sbagliarmi!

L’ideale, invece, sarebbe coordinare ed organizzare seminari divulgativi in tutto il Paese e far toccare con mano, attraverso esempi pratici, quali possono essere i rischi che si corrono utilizzando il digitale senza un minimo di “conoscenza” a riguardo.

Con AIPSI (Associazione Italiana Professionisti della Sicurezza Informatica), grazie alla collaborazione di alcune istituzioni delle provincie di Lecce e Brindisi, nell’ultimo anno abbiamo organizzato una decina di seminari informativi, condividendo indicazioni utili e raggiungendo diverse migliaia di utenti.

Secondo l’art. 6 della legge, inoltre, si prevede lo stanziamento di € 203.000 annui per attività di formazione in ambito scolastico; cifra davvero irrisoria se si pensa che in Italia le scuole sono più di 25.000 senza contare le quelle dell’infanzia. Anche per la formazione quindi le risorse a disposizione sembrano essere veramente minime.

Entrando più nel tecnico, e immaginando per qualche minuto di essere una delle tante vittime che ogni giorno cade nei tranelli della rete, mi viene difficile immaginare come può un ragazzo o genitore privo di particolari conoscenza informatiche affrontare, come richiesto dalla legge, un processo di segnalazione/risoluzione di un furto d’identità, fenomeno tra i più diffusi.

Secondo la legge, infatti, la segnalazione fatta dovrà essere presa in carico in 24 ore dal soggetto gestore e risolto nelle successive 48. Se qualcuno si è già imbattuto in segnalazioni con i giganti del digitale conosce perfettamente i tempi di risposta e risoluzione dei problemi, specie se di conseguenza a questa legge si ritroveranno a gestire migliaia di segnalazioni.

Altra perplessità deriva dal fatto che nella norma non ci sono riferimenti a sanzioni per colore che non ottempereranno alla rimozione di un contenuto denigratorio o comunque diffamante. Altre perplessità vengono da una lettura attenta della norma: solo i minorenni con più di 14 anni di età potranno dare il via alla procedura di rimozione aiutati dalla legge!

Avrei preferito una legge creata per dare maggiore strumenti, formazione ed autonomia alle forze dell’ordine dei singoli territori, sono loro che sono sul “campo di battaglia” e sono vicine ai cittadini. I tempi per la risoluzione dei problemi nel mondo digitale non possono essere quelli del mondo reale.

La velocità con cui si propaga una notizia, una foto o un video sono esponenzialmente più veloci. Intervenire con velocità e con accuratezza è di fondamentale importanza. Servono professionisti, formati adeguatamente e pronti ad intervenire immediatamente.

Un ruolo importante lo rivestono gli esperti del settore a cui molte vittime si rivolgono per avere consulenze e comprendere quali possono essere le azioni da fare per risolvere il problema, ma molte volte non basta e serve l’intervento delle forze dell’ordine e della magistratura che hanno tempi non compatibili con i danni che possono essere causati in poche ore da una condivisione di un video finito su internet per errore.

La prevenzione, quindi, resta una delle maggiori possibilità che abbiamo per limitare il problema.

Le vacanze stanno giungendo al termine e si tornerà tra i banchi di scuola a breve; è indispensabile, quindi, ricordare alcune regole fondamentali.
 Gestione delle password.
o Le password ti aiutano a proteggere le tue informazioni e i tuoi account e-mail o dei social network, pertanto non condividere le password con altre persone.
o Usa password difficili da individuare. Assicurati che la password contenga almeno 8 caratteri e una combinazione di numeri, lettere e caratteri speciali, ad esempio segni di punteggiatura.
o Usa una password diversa per ognuno dei tuoi account. In questo modo, se qualcuno scopre la tua password, non avrà accesso a tutti i tuoi account.

 Non scaricare APP sconosciute;
 Prima di condividere qualsiasi Post, Video o Foto, ricordati sempre che da quel momento in poi potresti non avere più la possibilità di eliminare quel contenuto dalla rete.

Altri consigli e notizie utili si possono trovare su una piattaforma realizzata da FB in collaborazione con lo Yale Center for Emotional Intelligence che serve proprio ad imparare ad utilizzare il social network con più consapevolezza. Link alla piattaforma: https://www.facebook.com/safety/bullying

Maggiori Info sulle tematiche di sicurezza le puoi trovare sul mio blog: http://www.massimochirivi.net

*Massimo Chirivì è IT Security Expert
Membro del Consiglio Direttivo Nazionale di AIPSI (Associazione Italiana Professionisti della Sicurezza
Informatica)

Perche si diventa cyberbulli?

preso da: ditchthelabel

Perché le persone fanno cyberbullismo?

Secondo le nostre ultime ricerche, 1su 2 persone provano il bullismo ad un certo punto prima del loro 20 ° compleanno. E fidati  quando diciamo che sappiamo quanto sia difficile finirla, specialmente se non comprendi completamente la psicologia del bullismo. In questo articolo esploreremo le ragioni per le quali la gente si arrabbia, utilizzando l’ultima ricerca e la psicologia, per darti una maggiore comprensione dei motivi di coloro che ti stanno facendo cyberbullismo in questo momento o che lo hanno fatto in passato.

Alla fine di questo articolo, non sarà più identificabile l’aspetto fisico, gli interessi, la razza, l’invalidità, la sessualità o qualsiasi altra cosa che li renda unici.

La Psicologia dell’essere Bullied

Esploreremo le ragioni di chi fa bullismo più avanti in questo articolo, ma più spesso, coloro che bullano altri cercano di ottenere una sensazione di potere, lo scopo eil controllo su di te. Il modo più semplice per farlo è concentrarsi su qualcosa che hai o sei solamentwe tu – ti preoccupa o crea una nuova insicurezza con l’intento di farti del male fisicamente o emotivamente. Quello che succede è che noi, come le persone che vivono il bullismo, cominciano a farcene una colpa e diventiamo autocritiche. Vogliamo comprendere le ragioni per le quali ci stanno mirando e cominciamo a biasimarci.

Di conseguenza, cerchiamo di cambiare o mascherare quella caratteristica unica per evitare il bullismo. Coloriamo i nostri capelli, imbianchiamo la nostra pelle, incontriamo persone a cui non siamo interessati e nascondiamo i nostri corpi come se fossero qualcosa di cui vergognarsi. Tutto ciò comincia ad influenzare il nostro comportamento e le modalità in cui ci vediamo, infine può influenzare sia la salute mentale che fisica.

Ma il modo in cui vediamo il bullismo è tutto sbagliato. Non è perché siamo in qualche modo diversi.

Le ragioni reali per cui le persone diventano cyberbulli

In un recente studio di Ditch the Label, abbiamo parlato con 8.850 persone in materia di bullismo. Abbiamo chiesto agli intervistati di definire il bullismo e poi chiesto se, in base alla propria definizione, avevano mai bullizzato qualcuno. Il 14% del nostro campione globale, quindi è 1.239 persone, ha detto sì. Ciò che abbiamo fatto è stato qualcosa che non era mai stato fatto su questa scala; Abbiamo chiesto loro domande intime circa la loro vita, esplorando cose come stress e traumi, vita domestica, relazioni e come si sentono su se stessi.

Infatti, abbiamo chiesto a tutti gli 8.850 intervistati le stesse domande e poi abbiamo confrontato le risposte da coloro che non avevano mai bullizzato, coloro che avevano bullizzato almeno una volta e coloro che hanno sconvolto gli altri quotidianamente. Ciò poi ci ha dato dati molto forti e concreti per individuare le ragioni reali per cui le persone inibiscono gli altri. Inoltre dimostra scientificamente che la ragione per cui la gente viene massacrata non è mai, contrariamente alla credenza popolare, a causa delle caratteristiche univoche della persona che ha vissuto il bullismo.

Stress e trauma:
I nostri dati dimostrano che i bulli molto più della media hanno sperimentato una situazione stressante o traumatica negli ultimi 5 anni. Gli esempi includono i loro genitori / guardiani che si dividono, la morte di un parente o l’acquisizione di un fratellino o una sorella. Ha senso perché tutti rispondiamo allo stress in modi molto diversi. Alcuni di noi usano comportamenti positivi, come la meditazione, l’esercizio fisico e la terapia parlante – progettati per alleviare lo stress. Altri usano comportamenti negativi come il bullismo, la violenza e l’abuso di alcol, che mascherano temporaneamente le problematiche, ma di solito li rendono peggiori a lungo termine. La ricerca mostra che alcune persone semplicemente non sanno come rispondere positivamente allo stress e quindi utilizzano il  bullismo agli altri come meccanismo di reazione.

Comportamenti aggressivi:
Il 66% delle persone che avevano ammesso di fare bullismo a qualcun altro erano maschi. fermati un attimo a pensare a come i ragazzi sono cresciuti nella nostra cultura e confrontarli con i modi in cui le ragazze vengono allevate. Nel momento in cui un ragazzo comincia a mostrare un segno di emozione, gli si dice di far crescere l’uomo e smettere di essere una ragazzina. Le ragazze, sono incoraggiato a parlare di questioni che le riguardano. Il ragazzo invece, è scoraggiato e quindi cominciano a rispondere con comportamenti aggressivi, come il bullismo, come un modo per affrontare problemi che lo riguardano. Ecco perché i ragazzi hanno maggiori probabilità di attaccare fisicamente qualcuno o di commettere crimini. Non è qualcosa con cui sono nati, è un comportamento appreso che è attivamente insegnato dalla società utilizzando norme e ruoli di genere disfunzionali.

Sono stati violentati:
La nostra ricerca mostra che coloro che hanno sperimentato il bullismo hanno due volte la probabilità di andare avanti con atti ostili verso altri. Spesso è usato come un meccanismo di difesa e la gente tende a credere che, per avere subito  il bullismo degli altri, diventerà immune da essere lui stesso un bullo. Purtroppo spesso, diventa solo un circolo vizioso di comportamenti negativi.

Difficoltà domestica:
1 su 3 di coloro che hanno molestato le persone ogni giorno ci hanno detto che si sentono male perchè i loro genitori / tutori non hanno abbastanza tempo da passare con loro. Essi sono più probabilmente provenienti da famiglie grandi e hanno maggiori probabilità di vivere con persone diverse dai loro genitori biologici. Spesso ci sono sentimenti di rifiuto da parte delle persone che dovrebbero amarle incondizionatamente. E’ anche molto più probabile che provengano da famiglie violente con un sacco di argomenti e ostilità.

rapporti:
Infine, i  bulli hanno più probabilità di sentire le loro amicizie e relazioni familiari non molto sicure. Hanno maggiori probabilità di sentire coloro che sono più vicini a loro fare cose che non li mettono a proprio agio e non sono molto vicini o amorevoli.

Così ora lo sapete, questi sono alcuni dei motivi più comuni per cui le persone bully altri. Se si vergognano, è il momento di mettere le conoscenze alla prova. Continua a leggere il nostro articolo sul superamento del bullismo. Se stai facendo il bullismo, qui ci sono 7 cose che puoi fare per superarla.

 

Una persona su tre ha paura del bullismo su Instagram: Ecco come proteggersi

preso da : Ditchthelabel

Non importa chi sei – tutti sono ugualmente vulnerabili al bullismo online, ma non possiamo gestire e nasconderci dalla tecnologia, soprattutto se vogliamo stare al passo con i nostri amici.

Nessuno merita di essere bullizzato. Se hai sperimentato negatività in linea, la cosa più importante da ricordare è che il problema è la persona che sta facendo il bullismo, non chi ne è vittima. Per ulteriori informazioni sul perché le persone bully, leggi questo.

Nessuno chiede di subire bullismo online ma tutti sono altrettanto vulnerabili. Tuttavia, diciamolo, ci sono alcune misure preventive da utilizzare per navigare in sicurezza online e minimizzando i rischi …

Secondo le statistiche sull’analisi annuale del bollettino 2017 – Instagram è la rete più comunemente utilizzata per il bullismo in linea …

Essere consapevoli dei pericoli potenziali che determinate applicazioni posssono dre e conoscere come gestirwe le applicazioni stesse riduce già il rischio della metà. È facile prendersela con qualcuno che non sa cosa sta facendo.

 

Le principali cose da pensare sono:

  • Ricorda che puoi rimuovere qualsiasi commento che rimane nei tuoi post.
  • Tieni sempre il tuo profilo privato in modo che solo i tuoi follower riconosciuti possano vederli.
  • Assicurati di sapere come bloccare qualcuno se necessario.
  • Usa i sistemi di segnalazione – se qualcosa è inappropriato, segnalalo.

 

Troverai informazioni su come eseguire queste cose su Instagram qui oppure accedi alla guida DTL Ultimate per Cyberbullying per suggerimenti su come bloccare e segnalare abusi su altre reti sociali.

Se succede

Se si ottiene un commento cattivo su una foto o un messaggio minaccioso – non rispondere! La cosa peggiore che puoi fare è dare alla persona che fa il cyberbullying un’aggancio in più.

Rispondere all’autore dell’abuso fa proprio questo! Eliminare questo commento, ignorare quel messaggio, rimuoverlo, ma prima di farlo, ricorda di fare uno screenshot. È bene tenere un registro degli eventi che si svolgono, specialmente se si tratta di un problema continuo e persistente.

La maggior parte delle persone intervistate ha ammesso di fare qualcosa di scorretto ad un’altra persona in linea.

… fermatevi! Quando stai per pubblicare qualcosa sul muro di qualcuno o commentare la fotografia di una persona, fermarsi per un secondo e chiedere: “vorrei ricevere questo sulla mia pagina?” Se la risposta è no, non postare – E ‘davvero così semplice!

Non esageriamo, amiamo tutti una battuta tra amici – ma assicuratevi di conoscere la differenza tra umorismo e bullismo. Le probabilità sono alte  che, se sfotti qualcuno online, riceverai lo stesso trattamento indietro con gli interessi – fermati prima che accada!