Archivi categoria: deep web

Il Deep Web (o in italiano web sommerso ), spesso erroneamente confuso con il Dark web, è l’insieme delle risorse informative del World Wide Web non segnalate dai normali motori di ricerca.

Secondo una ricerca sulle dimensioni della rete condotta nel 2000 da Bright Planet[1], un’organizzazione degli Stati Uniti d’America, il Web è costituito da oltre 550 miliardi di documenti e 18 milioni di GB, mentre Google ne indicizza solo 2 miliardi, ossia meno dell’uno per cento.

Differenza tra deep web e dark web
Il primo è quella parte del World Wide Web non indicizzata dai comuni motori di ricerca. Di questa categoria fanno quindi parte nuovi siti non ancora indicizzati, pagine web a contenuto dinamico, web software e siti privati aziendali. Il dark web è un sottoinsieme del deep web, solitamente irraggiungibile attraverso una normale connessione internet senza far uso di software particolari perché giacente su reti sovrapposte ad Internet chiamate genericamente darknet.

Pericolo anoressia: dai blog pro ana alle chat su WhatsApp

 

tratto da: Blastingnews e Ilmagazinedelledonne

Si chiamano #pro-ana, i siti web che attirano le ragazze per farle diventare anoressiche o per peggiorare la condizione di salute in tema di cibo. Le ragazze vengono aggiunte a dei gruppi WhatsApp con l’intento di fargli sviluppare la malattia dell’#anoressia.

C’è da aver paura
Sono i nuovi gruppi di WhatsApp quelli PRO-ANA, ovvero che incitano le ragazze a diventare sempre più magre fino all’anoressia. Per essere aggiunte a questi gruppi basta superare un test rispondendo a domande come “Quante volte ti pesi al giorno?” “Quanta attività fisica fai?”; successivamente all’aggiunta nel gruppo, le ragazze devono rispettare nella propria vita i “Comandamenti Pro-Ana” altrimenti, scrivono gli ideatori dei gruppi, diventeranno grasse.

I gruppi Pro-Ana su WhatsApp hanno rimpiazzato i blog dove si ritrovano le ragazze alla ricerca di consigli per diventare anoressiche. Ecco la drammatica galassia che sfugge ai controlli della Postale.

Nei blog pro ana le ragazzine anoressiche osservano i 10 comandamenti: “Se non sei magra, non sei attraente”, recita il primo. © Katarzyna Białasiewicz/123RF

Loro sono ragazze, più che altro ragazzine, che si scambiano (cattivi) consigli su come diventare anoressiche. Vogliono le braccia scheletriche dell’Angelina Jolie di qualche tempo fa, le gambe stecche di Victoria Beckham e l’addome concavo di Gemma Ward. Si conoscono in rete sui blog Pro-Ana (che sta per Pro Anoressia), si scambiano i numeri di cellulare e poi si spostano nei gruppi di WhatsApp ad hoc dove il regime è una religione, dove la domenica ci si pesa e se sgarra uno dei 10 Comandamenti si è fuori dal gioco.

  Trovi su Amazon il manuale per imparare velocemente come realizzare il tuo sito internet
 WordPress semplice
in versione digitale oppre su carta


  Trovi su Amazon il libro che ti spiega internet in modo chiaro ed immediato
 Internet semplice
in versione digitale oppure su carta


Anoressia: una malattia mortale

Tanto per dare le dimensioni della piaga e chiamare le cose con il giusto nome: in Italia soffrono di anoressia più di 3 milioni di persone, il 20% sono bambini dagli 8 ai 14 anni, il 10% degli 8.500 nuovi casi annui sono maschi mentre 3240 le vittime del 2016 secondo i più recenti dati Sdo (Scheda di Dimissione Ospedaliera). Anche chi guarisce, però, prima di considerarsi tale deve aspettare anni dal momento che ricominciare a mangiare è solo il primo passo che l’anoressia consuma anche gli organi interni e le relazioni sociali.

Consigli per diventare anoressica: dai blog alle chat

Nonostante i rischi, il gioco con la morte prosegue al riparo dalle autorità e al servizio delle amministratrici dei gruppi dove le ragazzine che “voglio e devo dimagrire” si ritrovano per “scambiarsi diete per perdere 5 chili in 10 giorni”, per sapere come assumere “800 calorie al massimo” ……….. “Ora i miei mi stanno addosso – scriveva Francyviolet un po’ di tempo fa su un blog – perché mi hanno vista veramente troppo dimagrita soprattutto quando ho indossato il vestito dell’ultimo dell’anno: mi si vedevano tutte le ossa: che bello! Mi sono sentita realizzata!”.

Consiglio di  visitare”IL PESO DELLA VITA” ANORESSIA E BULIMIA Il blog di Antonio Carlino dove si parla di anoressia e bulimia e di tutti gli altri disturbi del comportamento alimentare

Books&pets, libri e social network contro abbandono di animali

tratta da askanews.it

Al via la quarta edizione della campagna social condivisa ideata da Libreriamo con gli utenti di Facebook, Twitter e Instagram chiamati a fotografare il proprio animale domestico insieme ai libri. Lo scopo della campagna è quello di sensibilizzare alla lettura in estate, ma soprattutto a non abbandonare gli animali da compagnia in questo delicato periodo dell’anno.”Books & Pets” è l’iniziativa rivolta agli utenti dei celebri social network, chiamati a vestire i panni di “Photo hunter”, ovvero cacciatori di foto, che ritraggono animali da compagnia insieme ai propri libri. Per partecipare alla campagna, le persone dovranno realizzare foto con protagonisti libri e animali domestici e pubblicarle sulle pagine Facebook, Twitter ed Instagram di Libreriamo (www.libreriamo.it), seguite dall’hashtag #BooksandPets. Lo scopo della campagna è quello di combattere l abbandono estivo degli animali e promuovere allo stesso tempo la lettura.

PRMitM, il nuovo attacco che fa tremare il Web

tratto da:PuntoInformatico

Password robuste? Autenticazione a due fattori? Con la tecnica “Password Reset Man in the Middle” un hacker può prendere comunque possesso di un account interponendosi nelle procedure di recupero delle password

Roma – Alcuni ricercatori del College of Management Academic Studies, il più grande ateneo dello Stato di Israele, hanno recentemente pubblicato un articolo nel quale viene illustrata una nuova tecnica di social engineering consistente nell’applicazione dell’approccio man-in-the-middle (nel quale l’attaccante intercede in una comunicazione lecita tra client e server) per violare i meccanismi a disposizione dell’utente per il recupero delle password.

L’attacco, chiamato PRMitM (Password Reset Man in the Middle), risulta semplice nel concetto ma elaborato nell’applicazione, e prevede l’utilizzo di apposite piattaforme di backend in grado di assumere il ruolo di intermediario nell’operazione di ripristino della password dimenticata in molte piattaforme e applicazioni Web.
CAPTCHA, domande di sicurezza, codici di verifica via SMS o autenticazione a due fattori non sono un ostacolo per l’attaccante: la richiesta per l’informazione eventualmente necessaria viene inoltrata alla vittima; per tale ragione la piattaforma utilizzata nell’attacco deve integrarsi appieno con il servizio target.

Diagramma di sequenza dell’attacco

Uno degli scenari di attacco presentati è effettuato, ad esempio, tramite un sito Web per il quale un utente effettua l’iscrizione, magari per effettuare l’accesso ad un’area riservata o al download di file. Nel momento in cui l’ignara vittima specifica il proprio indirizzo di posta elettronica può iniziare l’attacco vero e proprio: a questo punto infatti, l’attaccante può avviare la procedura di recupero password e chiedere all’utente qualunque informazione necessaria a portare a termine l’operazione, proponendo di compilare le risposte segrete relative alle stesse domande configurate per l’account vittima, o chiedendo altri dettagli necessari.In caso di autenticazione a due fattori effettuata tramite SMS o chiamata telefonica, è possibile sfruttare il fatto che in molti casi (ad esempio Google) i provider non inseriscono il proprio nome nel messaggio o nella chiamata ricevuta; l’utente non è perciò in grado di riconoscere la reale provenienza del messaggio.

Gli account più sensibili a questa minaccia sono senza dubbio quelli relativi a servizi di posta elettronica, che possono rappresentare una superficie di attacco molto ampia grazie al fatto che spesso costituiscono il punto di ingresso per l’autenticazione verso altri servizi. L’accesso alla casella di posta, come noto, costituisce il punto di fallimento per la maggior parte delle piattaforme online, le quali inviano i link per il ripristino delle credenziali tramite email.
Nell’ambito della ricerca sono stati effettuati test specifici nei confronti di Facebook e Google, che sono risultati entrambi vulnerabili nonostante le misure di sicurezza adottate; altri servizi come WhatsApp, Telegram, Snapchat risultano però ugualmente attaccabili.

Internet facile: cosa è il World Wide Web

Il World Wide Web (letteralmente “rete di grandezza mondiale“), abbreviato Web, sigla WWW, è uno dei principali servizi di Internet.

Permette di navigare e usufruire di un insieme vastissimo di contenuti amatoriali e professionali (multimediali e non) collegati tra loro attraverso legami (link), e di ulteriori servizi accessibili a tutti o ad una parte selezionata degli utenti di Internet.

Questa facile reperibilità di informazioni è resa possibile oltre che dai protocolli di rete anche dalla presenza, diffusione, facilità d’uso ed efficienza dei motori di ricerca e dei web browser in un modello di architettura di rete definito client-server.

La storia del world wide web

Una profonda rivoluzione nella rete è stata portata nel 1994 (in Italia, un anno dopo) da una nuova tecnologia, basata sul protocollo HTTP (Hyper-Text Transfer Protocol) e sul linguaggio “ipertestuale” HTML (Hyper-Text Markup Language), chiamata World Wide Web, o www, o the Web, la ragnatela.

Questa tecnologia che mette in grado tutti i pc di interagire condividendo contenuti era stata concepita nel 1990 da Tim Berners-Lee del CERN di Ginevra (il laboratorio europeo per la fisica delle particelle) come un sistema più efficiente di comunicazione per la comunità scientifica.

Ma pochi anni dopo ebbe una diffusione che nessuno, compreso il suo inventore, aveva immaginato.

Tale è stato il successo di questa innovazione che oggi sembra essere “solo quello” il volto dell’internet.

Molti nuovi utenti non conoscono la rete se non attraverso un browser. Chrome, Internet Explorer, Safari, Fire fox ecc. Programmi nati appunto per visualizzare sullo schermo del computer pagine contenenti testo e grafica scritte in linguaggio html.

Nulla di male, perché la tecnologia è solida, l’interfaccia è di facile uso, i browser si arricchiscono di nuove funzioni, e con un po’ di attenzione si scopre che è possibile accedere, anche per quella via, a tutti i sistemi e servizi connessi all’internet.

Ma… ci sono due problemi.
Il primo è che se non si guarda oltre la “facciata” si può credere che “essere in rete” voglia dire solo andare in giro a guardare “siti web”, per vedere immagini, raccogliere informazioni, prelevare testi o software.

Con tanti saluti all’interattività, che consente appunto di cambiarsi e creare propri contenuti, pubblicandoli online.

Il secondo problema,  sempre più pressante, risente della scarsità di strumenti e formazione individuale indispensabile per filtrare contenuti,  che oggi possono essere pubblicati sul web  da chiunque senza alcun controllo.

Leggi anche:  Internet Facile – Cos’è veramente la Darknet?