Dark Web è il lato oscuro e criptato di internet, che si nasconde all’ombra della rete TOR

Ho preso pare di questo testo da Wired Italia di Novembre 2013, è una rivista che seguo da anni, questo in particolare è un contenuto su cui è utile ragionare.

E’ il 4 agosto 2013. Il bubbone sui programmi di sorveglianza elettronica della Nsa è appena scoppiato. L’elite informatica distratta dal Defcon di Las Vegas, la conferenza di hacker. E all’improvviso mezzo Dark Web (o Deep Web), l’internet anonimo e cifrato nascosto sotto gli strati della rete Tor, si oscura. L’Fbi ha compromesso uno dei maggiori fornitori di servizi per siti anonimi, Freedom Hosting, perche ospitava anche pedopornografia. E i federali hanno usato la piattaforma infettata per poi cercare di colpire gli utenti che visitavano i suoi siti e carpirne le identita attraverso una vulnerabilita del browser.
E il più ampio attacco mai mosso contro il Dark Web: mentre nel “ventre di internet” si diffonde ii panico, oltre meta dei suoi siti, compresi van i strumenti per comunicare senza essere tracciati, vanno offline. Persi per sempre. Nei giorni successivi, tra bacheche che si riempiono di avvisi grida al complotto e forum che traboccano di “chi l’ha visto?”, gli amministratori rimasti iniziano a rimettere insieme i cocci. Si fa la conta di chi 6 sopravvissuto e di chi sta gia risorgendo. Tra chi prova a diffondere informazioni utili c’e Kane (nick cambiato, come gli altri a seguire), un tedesco di circa quarant’anni. Mette in piedi, raggiungibile solo via Tor, un sito di notizie sul Dark Web, Onion News. E la Gazzetta dell’internet segreto, e riscuote subito un certo successo. «Volevo farlo da tempo e, dopo che sono spariti molti siti e servizi nascosti (gli hidden services), ho pensato che la gente avesse bisogno di un posto dove informarsi», racconta via chat a Wired. «In ogni caso penso che alla fine questa crisi possa rafforzare le darknet, favorendo la decentralizzazione. Le persone dovranno abituarsi di pia a gestire i loro server invece di affidarsi a un fornitore esterno come Freedom Hosting. Certo, è pia rischioso». Kane amministra van i siti basati su Tor, oltre a comprare e rivendere bitcoin, la moneta elettronica e pseudoanonima su cui si basano le transazioni in questa parte della rete. «Per ora vivo di questo, anche perche ho cominciato a trattarli due anni fa, quando un bitcoin valeva pochi euro». Ora la quotazione è schizzata intorno ai 100. Sulla necessita di rifondare le darknet in modo pia decentralizzato concorda anche The Coder. Lui è uno degli amministratori di Cipolla, la principale comunita ita liana del mondo onion (cosi soprannominato da Tor, che sta per The onion router). Ti forum tricolore si è inabissato con il naufragio di Freedom Hosting, insieme al database degli utenti e ai loro post: tutto compromesso. Ma The Coder non ha perso tempo. Lo ha ritirato su, questa volta in autonomia, dotandolo pure di un nuovo servizio di messaggistica criptato. E siccome non ci sono veri motori di ricerca sul Dark Web (e quei pochi che ci sono funzionano male) ha pubblicato ii nuovo indirizzo in giro per forum. Perche qui 6 cosi: tutto si basa ancora suite directory di link e ii passaparola. «Per mettere in piedi un sito onion occorre un server dedicato su cui far girare Tor e qualche capacita di configurazione. Quando è nato Freedom Hosting, quattro o cinque anni fa, offriva un servizio alla portata di tutti, mentre i server erano ancora cari. Per cui ha finito con ospitare meta dei siti», ci spiega The Coder. Anche lui è ottimista, malgrado l’attacco delPFbi. «Sono contento di essere stato costretto a migrare e che i pedofili si siano presi una bella batosta; con loro sono scomparsi molti siti di truffe. Le board serie invece rinasceranno. In tutto questo, la vera tragedia è semmai la scomparsa di Tormail, che era un servizio di scambio di posta davvero sicuro». Non 6 l’unico strumento per la privacy che prospera e Si sviluppa nei bassifondi. L’internet segreto – basta scaricare il Tor Browser Bundle per iniziare a navigarla – è una fucina di sistemi di scambio anonimi, blindati e antisorveglianza, oltre che di criptomonete indipendenti da static banche mondiali. Nomi come Bitmessage, Torchat, I2P sono oggi sconosciuti ai pia, ma in futuro potrebbero restare tra i pochi strumenti di comunicazione privata in una mete sempre pia controllata. A collaudarli, nella penombra del Deep Web, una surreale accozzaglia di programmatori, crittografi, attivisti, hacker, ragazzini, dissidenti e delinquenti. Qui i trafficanti di droga parlano come Assange e lo studente della porta accanto ti buca il conto corrente. È tutto un po’ mischiato e sottosopra, perché la libertà è ecumenica, abbraccia tutti. 11 fatto è che sul “web oscuro” ci sono tante, troppe mitologie. Gli si associa spesso la pedopornografia, insieme ad altri traffici inenarrabili. Ma alcuni ricercatori (progetto Artemis) hanno stimato che i contenuti pedopornografici equivalgano al 4% di tutte le comunicazioni che passano di qua. E che, malgrado i siti collegati al cybercrimine siano tanti, la rete Tor contenga soprattutto materiali legali, in particolare politici. «Stiamo parlando di facilitare le comunicazioni. Le persone hanno bisogno di anonimato e libertà di espressione», ragiona Moritz Barth membro di LogiosHermes e operatore di Torservers.net, organizzazione che promuove l’uso di Tor per contrastare blocchi e censure. «Certo, di questo ambiente si avvalgono pure dei criminali, ma farebbero le loro attività anche senza il Dark Web: possono costruirsi da soli una rete anonima con una botnet. Se rendi illegali gli hidden services alla fine togli solo un potente strumento di libertà alle persone normali. Mentre in futuro il Dark Web sarà sempre più importante per privacy e diritti».

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